La città possibile como
documento programmatico 2007 / 2009
(I)
Cosa abbiamo fatto, cosa bolle in pentola
Agenda 21
L’associazione ha aderito da subito, giugno 2004, al processo di Agenda 21 locale, avviato dal Comune di Como, partecipando come attore portatore d’interessi ai lavori dei gruppi: Mobilità e Trasporti- Natura e Biodiversità- Ciclo integrato delle Acque.Si è inoltre fatta prima promotrice delle seguenti azioni, recepite dai gruppi di riferimento e quindi inserite nel Piano D’Azione, delle quali è anche attore responsabile di attuazione.
- Azione A5 ” COMOACQUAPULITA”
- Azione A6 “Buone azioni per il risparmio idrico e la tutela delle acque nelle scuole”
- Azione MT11 “Ufficio Biciclette del Comune di Como”
- Azione MT13 “rastrelliere x biciclette”
- Azione MT14 “Struttura x deposito affitto e piccola manutenzione x biciclette C7O stazione Como Borghi
- Azione MT17 “Interventi x moderazione del traffico in via Turati e via Muggiò”
- Azione MT18 “Via Giussani-La metà basta”
- Azione N1 “Regolamento del verde Pubblico e Privato della città di Como”
- Azione N3 ” Parco della valle del Cosia”
- Azione N4 “Recupero della Valmulini e del Fiume Aperto”
Lungo il percorso i problemi non sono mancati, il più grande, a giudizio dei molti, è stata l’assenza della componente politica a confermare la volontà della Giunta alla buona riuscita del Piano,assenza che, di fatto, ha demotivato molti attori presenti all’avvio del processo e che si sono poi dileguati.Le dimissioni del responsabile scientifico del Piano, Dott. Bartesaghi, hanno portato all’evidenza di tutti la frattura creatasi tra gli attori partecipanti ed i responsabili politici che , prima di portare il Piano in Consiglio Comunale, hanno estratto 8 azioni a loro piacimento, senza discussione né confronto. Al momento ( settembre 2007) siamo in una fase di stallo, c’è un nuovo responsabile politico a sostituire l’Assessore D’Alessandro, l’Assessore Peverelli, quindi si è in attesa di una convocazione del Forum o almeno del Gruppo di Coordinamento, costituito da un rappresentante per ognuno dei 4 Gruppi Tematici, due dei quali membri dell’associazione Vavassori e Pavone. Il rilancio, in forma di difesa,di Agenda 21, auspicata da alcuni nonchè quella del lasciare lanciata da altri non può che passare da una seria analisi della situazione, anche tenuto conto dell’impegno preso e delle relazioni intrecciate.
Finovia
Dopo la fase di ascolto dei cittadini e dopo i laboratori con la scuola, che hanno formalizzato delle proposte attraverso il Consiglio Comunale dei ragazzi è stato formalmente presentato lo studio di fattibilità della sistemazione della via Garibaldi a Fino (Como) nello scorso mese di luglio. Si prevede a breve una presentazione ufficiale alla cittadinanza del “progetto”. Il seguito sarà la stesura di un progetto preliminare da parte dell’Ufficio Tecnico del Comune di Fino Mornasco al quale la città possibile dovrebbe collaborare come consulente.
L’Isola che c’è
Collaborazione al progetto VIVI SOSTENIBILE – A QUALCUNO PIACE FARLO sul tema della Mobilità.
Biciamo!
Biciamo nasce nel 2005 come una campagna di sensibilizzazione sull’uso della bicicletta in ambito urbano per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro e casa-scuola. Nasce in realtà dall’osservazione dell’aumento spontaneo di persone che utilizzano la bicicletta. Si vuole affiancare, come iniziativa dal basso, a quanto proposto in sede di lavoro nel gruppo Mobilità e Trasporti di Agenda 21.
Vengono fatte iniziative pubbliche di sensibilizzazione, due biciclettate e raccolta di firme. L’obiettivo che si pone ‘la città possibile’ è quello di stimolare la nascita di una nuova associazione che si possa affiliare alla FIAB. L’iniziativa si conclude a giugno 2005 con un’assemblea (presente Eugenio Galli di FIAB Ciclobby di MIlano) e il passaggio delle consegne a chi si incarica di portare avanti la costituzione della nuova associazione.
L’iniziativa si arena a quel punto e viene ripresa dalla Città Possibile nell’autunno 2007 con obiettivi diversi e più concreti: 1-l’approvazione del Piano della Mobilità Ciclistica da parte del Comune entro sei mesi; 2 – La realizzazione degli interevnti entro 3 anni; 3 – la formazione di un gruppo di lavoro Biciamo-Ufficio biciclette del Comune che possa contribuire alla stesura del Piano.
Si parte con una biciclettata e con la raccolta firme. L’adesione è ancora più forte rispetto al 2005, con la raccolta, attraverso banchetti informativi e con la collaborazione di molti commercianti, di oltre 1200 firme (al 20 novembre).
Gli obiettivi a breve termine sono: la consegna delle firme all’amministrazione comunale e la richiesta di un impegno concreto. La formazione di un gruppo di lavoro specifico (in corso ad oggi) che si occupi di elaborare le strategie future e di monitorare il percorso di Biciamo. L’affiliazione alla Fiab come ‘gruppo Biciamo’ all’interno della Città Possibile. Biciamo 2007 è stata rilanciata da Marco Castiglioni, Alberto Bracchi, Danilo Lillia.
(II)
Di cosa parliamo quando parliamo di città possibile:
un tentativo di programma partecipato
Parte prima: ieri
La più concreta delle utopie: ve la ricordate? Qualcosa di vero c’era in quello slogan, molto di concreto si è avverato. Aggiungiamo un ‘sogno’ di allora: che la trasversalità dell’associazione andasse a toccare tutte le categorie sociali ed economiche, in modo che tutti fossero rappresentati e che si potesse davvero essere incisivi. Anche se la realtà è stata ben lontana dal sogno, e siamo sempre un mondo a parte, si può forse ancora tentare, attraverso un corposo investimento in termini di formazione, di allargare la base dell’associazione.
Parte seconda: oggi
Siamo un gruppo con elevate professionalità che cerca di ridefinire una strategia dopo una certa fase di ‘stallo’ nella quale comunque il nome ha tenuto bene: un gruppo che deve assolutamente allargare la propria base cercando nuovi contributi. I temi in gioco: ancora Agenda 21, il lavoro sui lavatoi, il tema della mobilità affrontato da diverse angolazioni (de definire). La conclusione del progetto FINOVIA. IL PARCO VALLE DEL COSIA. Una ridefinizione della strategia (insieme a Dario Manuetti) del livello nazionale.
Parte terza: domani
E’ più difficile di quanto si pensi immaginare cosa sarà La Città Possibile domani: le caratteristiche di professionalità, idealità e al tempo stesso di dedizione al territorio lasciano poco spazio ai compromessi. Molte delle associazioni percepite come ^di successo^ o hanno il loro campo operativo lontano dal territorio in cui risiedono o sono dedite a raccogliere fondi per iniziative di carattere umanitario o sanitario. Le prime permettono di avere un contatto con realtà drammatiche in modo del tutto asettico. Le seconde operano una delega totale alle istituzioni, cui riversano i fondi raccolti. La Città Possibile non è così e non potrà mai esserlo: nessuna delega è prevista e chi si associa, o ci lavora, lo fa in prima persona. Gli ^scontri^ con le istituzioni sono quindi all’ordine del giorno, come all’ordine del giorno sono le collaborazioni. Non capire questo dualismo significa non accettare modalità operative lontane dal mondo dell’associazionismo, quello ambientale compreso. Questo è un punto nodale, di non immediata comprensione. Nei Paesi di cultura anglosassone dove l’associazionismo è forte e diffuso, probabilmente nessuno si scandalizza per l’attività di lobbying svolta dalle associazioni, non così in Italia dove l’avversario come diavolo/nemico con il quale non si scende a trattativa. Ad onor del vero qualcosa comincia a muoversi anche in Italia, pensiamo ad associazioni come Legambiente che ha intavolato partnership ad es. con Volkswagen. Insomma: all’imperativo categorico (o con me o contro di me) inevitabilmente esclusivo e terribilmente trasversale, la Città Possibile potrebbe opporre un approccio innovativo, fondato sulla convinzione che i temi della qualità della vita, dell’ambiente, della sicurezza non sono espressione di un gioco a somma zero, dove la vincita di uno equivale alla sconfitta dell’altro. Quest’approccio ha però bisogno di un lavoro di elaborazione e chiarezza all’interno dell’associazione tale da permettere un confronto sereno senza timori riguardo a possibili compromessi al ribasso. Ma l’ambizione de La Città Possibile è ancora più grande perché a questa visione, aggiunge la modalità della progettazione partecipata. Quello che è certo è che se La Città Possibile non ha chiuso battenti dopo dieci anni di lavori, significa che il suo metodo, per quanto di difficile attuazione, ha una sua validità e trova un riscontro positivo nella gente.
(III)
Proposte per un biennio
Terminata la fase di rinnovazione dell’associazione attraverso l’appuntamento assembleare, è opportuno fissare un percorso e un obiettivo. La proposta che facciamo è quella di aggregare risorse, anche umane, attraverso cinque azioni concrete, concretissime, sulle quali – lanciata l’idea e gli strumenti per attuarla – saranno gli enti e i media locali a chiedersi per quali motivi non vengono realizzate. Su queste cinque idee dobbiamo essere in in grado di inventarci, ciascuno per la sua ^idea^, un percorso, un calendario e degli appuntamenti locali, molto locali, con l’obiettivo di arrivare a settembre 2009 a tirare le somme, verificando e consentendo di verificare se quanto ci si era proposti è stato attuato e in che misura. Insomma, una sorta di bilancio operativo. Niente progetti ^aperti^ nel senso di senza fine: obiettivi concreti e responsabilizzazione al massimo grado. Parallelamente continuerà la classica azione di progettazione/trasformazione partecipata, se e come richiesti. Ma la priorità di questo biennio è quella di aggregare nuove risorse, di espandere la base associativa, di consolidarci sul territorio, di motivare gli associati, non quella di buttarci – salvo eccezioni – in nuovi progetti: sarebbe sufficiente averne uno da coltivare e spendere bene. Nel vedere come si trasforma la città, come la vita diventa sempre più convulsa e, in fondo, assurda, sento via via come prioritario il problema del traffico e della sicurezza sulle strade. La vivibilità della città parte da lì. Sappiamo come sono carenti, o clamorosamente assenti, le politiche serie e sistematiche per affrontare il problema. E nel dibattito che si sta aprendo soprattutto nelle grandi città, anche da parte dei sindaci di centro sinistra, sulla sicurezza in generale, al di là delle riflessioni sulle reali motivazioni che stanno alla base di certe richieste (i maggiori poteri ai sindaci), siamo convinti che si possa inserire il tema della sicurezza sulle strade, che si lega indissolubilmente al tema del degrado urbano. La proposta può essere quella di lavorare per un importante convegno (il titolo potrebbe essere ‘SIAMO SICURI?’) preparato e supportato da articoli e proposte.
Obiettivi per il prossimo biennio.
Occorre sperimentare forme di coinvolgimento/partecipazione della popolazione riguardo i i nostri progetti e le nostre proposte. Partecipazione / interazione con gli abitanti come metodo nei processi di trasformazione della città. Va bene avere degli obiettivi concreti e precisi, individuati ma occorre porre attenzione ai momenti partecipativi verso i cittadini, le associazioni del volontariato,alle associazioni rappresentanti i settori economici e professionali, la amministrazione pubblica con riferimento al municipio e i suoi organi decentrati consigli di circoscrizione per Como, alla amministrazione provinciale alle comunità montane. Occorre definire un percorso che sviluppi sperimentazioni di lavoro interattive quali fattori di innesto di processi di autogoverno delle comunità locali. In questa ottica la partecipazione diventa uno strumento importante per la costruzione di politiche pubbliche dal basso. Non conta chi decide cosa e come, ma conta l’interazione che nasce nelle pratiche e che produce politiche. La partecipazione diventa quindi una tecnica per gestire e costruire l’interazione locale, ma soprattutto una politica orientata al riconoscimento e alla sperimentazione di nuove forme di cittadinanza.
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Questo documento è stato elaborato on line da tutti i consiglieri di Città Possibile (Lorenzo Spallino, Cesara Pavone, Cecilia Rusconi, Marco Castiglioni, Ines Angelillo, Danilo Lilia e Alberto Bracchi) attraverso le forme di collaborazione orizzontale di Google Documenti.
Indirizzo pubblico: http://docs.google.com/Doc?id=dcx59tgk_70f3t86t