Como città nemica dell’aria – L’Istat declassa il Lario

Como città nemica dell’aria / L’Istat declassa il Lario (… e vuoi vedere che adesso sbaglia pure l’ISTAT?)

La Provincia del 29 agosto 2008

Un ambiente sano significa migliore qualità della vita, minori costi sanitari, futura eredità di bellezza e beni preziosi per i nostri figli e nipoti. Peccato che questo, a Como, sia ancora un miraggio: secondo l’indagine sugli indicatori ambientali urbani diffusa ieri dall’Istat, il capoluogo comasco batte la fiacca. Nel 2006 Como era al 75° posto su 111 capoluoghi di provincia oggetto dell’indagine: nel 2007 è stata declassata al 78° posto. Sono le qualità chimiche, fisiche e biologiche delle risorse ambientali (aria, acqua, suolo) a determinare la classifica nazionale. Prendiamo ad esempio il settore della raccolta differenziata: a Como – pile esauste, accumulatori e farmaci – ciascun abitante ha raccolto 0,7 chili nel 2007. Nel 2004 i comaschi raccoglievano 0,4 chili, diventati 0,6 nel 2006. Queste cifre, tuttavia, diventano nere dalla vergogna se paragonate con i 2,5 chili di Bolzano e gli 1,8 di Ravenna. Per carità, la media italiana è di 0,4 chili, ma Como fa ancora troppo poco. Altro capitolo è quello dei giorni di superamento del limite previsto per le polveri sottili, il cosiddetto Pm10. A Como i giorni neri erano stati nel 2003 ben 65, scesi a 56 nel 2004, balzati a 122 nel 2005, 101 nel 2006 e 93 nel 2007. Anche qui i confronti sono deludenti: la media italiana è stata, nel 2007, di 71,4 giorni, mentre città come Imperia, Ascoli Piceno, Matera, Nuoro, Belluno e Siena hanno superato i livelli di appena, rispettivamente, 2 giorni, 7, 7, 10, 12 e 13. C’è chi, tuttavia, ha fatto peggio: nel 2007 il numero di giorni di superamento del limite per il Pm10 a Siracusa e Massa è stato di 273 e 226

Risorse:

>> La Provincia del 29.8.2008 [PDF] (Città nemica dell’aria: l’Istat declassa il Lario / Ambiente: nella classifica dei capoluoghi Como scivola al 78° posto; Diego Peverelli, assessore all’ambiente: «Ci batte Napoli? E io mi vergogno di essere italiano»; PM10: sempre oltre il limite)
>> Qualità della vita a Como (rassegna stampa)
>> Qualità della vita a Como (indicatori e classifiche)


Como, un lago di cemento?

Sabato 16 agosto, Attilio Romita ha ospitato nella diretta di ^Sabato & Domenica estate^, su Rai Uno, la giornalista Cinzia Boschiero e il presidente di Città Possibile, Lorenzo Spallino. Una decina di minuti dedicati allo scempio in atto sul lago, con interviste e filmati sul ^mostro^ di Acquaseria. Titolo: ^Como, un lago di cemento?^.


L’acqua del mio rubinetto

L’acqua del mio rubinetto

L’acqua che vedete nella foto è quella del mio rubinetto di casa. La bevo da sempre o, meglio, da quando il comune capoluogo, a seguito della progressiva trasformazione del villaggio, da rurale a turistico, lo ha dotato di una rete idrica capillare a cui si sono poi allacciate via via tutte le abitazioni e, noi tutti, del villaggio, abbiamo finalmente avuto ^l’acqua in casa!^ Prima la prendevamo dal lavatoio – in casa avevamo tutti una panca porta-secchi o, alcuni ganci, in una parete della cucina ( in realtà per alcuni era ancora la meijon ) dai quali pendevano i secchi – va prende l’eive! ci dicevano i nonni e noi bambini correvamo al lavatoio dove sgorgava un’acqua chilled al punto giusto, fresca d’estate e calda (rispetto alla temperatura circostante) d’inverno e facevamo a gara a chi lo portava più pieno!

Da allora, una manciata di anni, il villaggio ha cambiato pelle ed ora nelle cucine di alcune sue case ci sono i frigoriferi americani con il distributore dell’acqua artificialmente chilled. nessuno più va al lavatoio, salvo qualche turista che pensa che quell’acqua sia diversa da quella del rubinetto di casa, forse perché, quella che scende dal suo rubinetto di città, non si fida proprio, a berla.Una diffidenza robustamente diffusa lungo tutta la penisola come rilevato dall’ indagine multiscopo sulle famiglie eseguita dall’ISTAT e pubblicata dall’Istituto in “Statistiche ambientali”, annuario 2007 che ci dice che, in media, in Italia, 40,2 famiglie su 100 non si fidano di bere l’acqua del rubinetto. Il dato non è omogeneo su tutto il territorio e, a macchia di leopardo, varia da Regione a Regione ed all’interno delle stesse al variare del numero degli abitanti per comune .

Ma ecco alcuni dati:

  • La classifica delle regioni per numero di famiglie diffidenti, vede in testa la Sardegna con ben 70,6 famiglie su 100 che non si fidano di bere l’acqua di casa, seguita dalla Sicilia con il 65,9 e la Calabria 54,6; se per le regioni del mezzogiorno e per le isole maggiori, che denunciano una secolare grave irregolarità nella gestione dei servizi idrici, ci si poteva attendere una percentuale alta, meno atteso e quindi per un certo verso sorprendente il dato della Toscana: 51,9% e dell’Emilia Romagna:42,1%
  • La percentuale delle famiglie che si fidano è inversamente proporzionale al numero degli abitanti quanto più è piccolo il comune tanto più alta è la percentuale di residenti che si fidano dell’acqua loro erogata dall’acquedotto: è il 25,9% nei comuni sotto i 2000 abitanti, passa al 37,8 nei i comuni da 2.000 a 10.000 ab, fino ad attestarsi al 44,3% nei comuni da 10.000 a 50.000 ab. e si stabilizza su un dato leggermente più basso, 43,0%, per i comuni con popolazione superiore ai 50.000.
  • Le regioni con il numero più basso di famiglie diffidenti? pensate alla Lombardia? Sbagliato! Sono il Trentino Alto Adige con un dato eccezionale: 5,4 per Bolzano e 4,8 per Trento, poi molto distaccate il Friuli-Venezia Giulia con il 16,5% e la Valle d’Aosta con un inaspettato 19,2.
  • E la Lombardia? A fronte di un’irregolarità nell’erogazione dell’acqua lamentata da sole 8,7 famiglie su 100 della stessa zona, a testimonianza di un relativamente buon servizio, ebbene, si dichiarano diffidenti ben 39,6 famiglie su 100!

E voi? la bevete l?acqua del rubinetto?


Como (città) turistica

Como (città) turistica

Domenica 17 agosto 2008, cinema a Como:

Astoria: «Chiusura estiva»
Astra: «Chiusura estiva»
Circolo Arci: «Riposo»
Cinema Italia: «Film per adulti»
Gloria: «Chiusura estiva»

Lasciamo perdere il ^turistica^: forse è il caso di chiederci se questa è ancora una città.


Seggiolini di contrizione

Seggiolini di contrizione

A volte uno si domanda chi scelga i così detti arredi urbani. Il seggiolino che vedete nella foto si trova nel giardinetto con il maggior tasso di PM10 di Como,
in piazza del popolo, all’incrocio tra viale Lecco e via Dante. Se l’avessero fotografato a Guantanamo non avrei colto la differenza di utilizzo.


Sotto il cielo stellato di Como

Sotto il cielo stellato di Como

Mentre il dormitorio continua a rimaner chiuso d’estate, l’albergo “à la belle étoile” è quella del sindaco-sceriffo.

Chissà se i clochards che stazionano sotto al Broletto- con grande indignazione dei nuovi curatori d’immagine della città, hanno letto l’articolo de La Provincia di Como del 10 agosto che ci informa riguardo alle pensate agostane del sindaco della nostra città!
Forse un tam- tam informale li ha avvertiti che S. B. ( toh il destino! : le stesse iniziali del nostro premier!) grazie al decreto Maroni ha tirato fuori dal guardaroba il costume che teneva pronto da tempo, un must evergreen, quello da sindaco-sceriffo e che ora può finalmente indossare senza vergogna ed è quindi pronto ad emettere un’ordinanza anti-clochards, che, impunemente senza neanche pagare tassa di soggiorno, bivaccano in centro.
Sempre La Provincia, nell’edizione del 9 agosto, dava conto delle proteste di alcuni negozianti che si lamentano del brutto spettacolo offerto dalla loro indecorosa presenza e ne chiedono l’allontanamento, perchè altrimenti i turisti “non possono neanche fare una bella foto al Duomo”. Ma altri operatori commerciali presenti in Piazza del Duomo, a dimostrazione di quanto la modernità non permetta più di dare affrettate etichette a determinate categorie sociali, sono più comprensivi, come dimostrano le parole pacate espresse da uno di loro e qui riprese dall’articolo citato:
“Un altro commerciante che lavora con la “Como che conta” è Marco Cassina, titolare del negozio di abbigliamento “PeterCi”. Ma anche lui evita le crociate: «Vediamo un po’ di movimento, ma problemi particolari non ne abbiamo avuti». Anzi, dal suo osservatorio privilegiato non si astiene da una critica imprevista: «Se devo dirla tutta noto uno zelo quasi eccessivo nei confronti di chi non dà fastidio e poi non interviene nessuno quando imperversano i vandali. Quelli veri. Un esempio? Sono arrivati, come ogni anno, due suonatori di strada che girano l’Italia con lo xilofono. Due bravi musicisti, che non creavano alcun disturbo. Bene, nemmeno cinque minuti e i vigili li hanno cacciati via. (E. F.)”

Per chi fosse interessato a come Como affronta l’emarginazione, ecco la “questione clochards” nella versione invernale

Stefano Bruni, sindaco sceriffoArriva l’ordinanza anti clochard – CRONACA – Como


Como, smog alla gola (la rete non dimentica …)

Como, smog alla gola
Il traffico veicolare scarica ogni giorno 35 tonnellate di monossido di carbonio / Como, smog alla gola / Emergenza inquinamento. Scatta l’allarme: uno studio individua cause e provvedimenti

Questo articolo, a firma Valerio Anghilieri , è comparso a pagina 47 del Corriere della Sera del 17 novembre 1993. Sorry: è cambiato qualche cosa dal 1993?