Interruttori di pubblico servizio: l’affaire D’Alessandro

Interruttori di pubblico servizio: l’affaire D’Alessandro

Riforma del servizio bus a Como: scoppia il caos all’apertura delle scuole. Studenti e operatori chiedono di tornare agli orari precedenti. I ritardi, secondo l’assessore D’Alessandro (nella foto), sono contenuti in 8 minuti. L’assessore invita la popolazione ad alzarsi prima alla mattina, accusa il provveditore di fomentare le manifestazioni e gli studenti di interruzione di pubblico servizio, invocando l’intervento della forza pubblica.

Ora: se, per integrare il reato di interruzione di pubblico servizio di cui all’art. 340 codice penale, “è sufficiente che l’entità del turbamento della regolarità dell’ufficio o l’interruzione del medesimo, pur senza aver cagionato in concreto l’effetto di una cessazione reale dell’attività o uno scompiglio durevole del funzionamento, siano stati idonei ad alterare il tempestivo, ordinato ed efficiente sviluppo del servizio, anche in termini di limitata durata temporale e di coinvolgimento di un solo settore” (Cassazione penale, sezione VI, sentenza n. 26077 depositata il 9 giugno 2004), diventa difficile non chiedersi se non costituisca interruzione di pubblico servizio anche lo stravolgimento di un servizio prima di allora correttamente funzionante.