La città possibile como

documento programmatico 2007 / 2009

(I)

Cosa abbiamo fatto, cosa bolle in pentola

Agenda 21

L’associazione ha aderito da subito, giugno 2004, al processo di Agenda 21 locale, avviato dal Comune di Como, partecipando come attore portatore d’interessi ai lavori dei gruppi: Mobilità e Trasporti- Natura e Biodiversità- Ciclo integrato delle Acque.Si è inoltre fatta prima promotrice delle seguenti azioni, recepite dai gruppi di riferimento e quindi inserite nel Piano D’Azione, delle quali è anche attore responsabile di attuazione.

  • Azione A5 ” COMOACQUAPULITA”
  • Azione A6 “Buone azioni per il risparmio idrico e la tutela delle acque nelle scuole”
  • Azione MT11 “Ufficio Biciclette del Comune di Como”
  • Azione MT13 “rastrelliere x biciclette”
  • Azione MT14 “Struttura x deposito affitto e piccola manutenzione x biciclette C7O stazione Como Borghi
  • Azione MT17 “Interventi x moderazione del traffico in via Turati e via Muggiò”
  • Azione MT18 “Via Giussani-La metà basta”
  • Azione N1 “Regolamento del verde Pubblico e Privato della città di Como”
  • Azione N3 ” Parco della valle del Cosia”
  • Azione N4 “Recupero della Valmulini e del Fiume Aperto”

Lungo il percorso i problemi non sono mancati, il più grande, a giudizio dei molti, è stata l’assenza della componente politica a confermare la volontà della Giunta alla buona riuscita del Piano,assenza che, di fatto, ha demotivato molti attori presenti all’avvio del processo e che si sono poi dileguati.Le dimissioni del responsabile scientifico del Piano, Dott. Bartesaghi, hanno portato all’evidenza di tutti la frattura creatasi tra gli attori partecipanti ed i responsabili politici che , prima di portare il Piano in Consiglio Comunale, hanno estratto 8 azioni a loro piacimento, senza discussione né confronto. Al momento ( settembre 2007) siamo in una fase di stallo, c’è un nuovo responsabile politico a sostituire l’Assessore D’Alessandro, l’Assessore Peverelli, quindi si è in attesa di una convocazione del Forum o almeno del Gruppo di Coordinamento, costituito da un rappresentante per ognuno dei 4 Gruppi Tematici, due dei quali membri dell’associazione Vavassori e Pavone. Il rilancio, in forma di difesa,di Agenda 21, auspicata da alcuni nonchè quella del lasciare lanciata da altri non può che passare da una seria analisi della situazione, anche tenuto conto dell’impegno preso e delle relazioni intrecciate.

Finovia

Dopo la fase di ascolto dei cittadini e dopo i laboratori con la scuola, che hanno formalizzato delle proposte attraverso il Consiglio Comunale dei ragazzi è stato formalmente presentato lo studio di fattibilità della sistemazione della via Garibaldi a Fino (Como) nello scorso mese di luglio. Si prevede a breve una presentazione ufficiale alla cittadinanza del “progetto”. Il seguito sarà la stesura di un progetto preliminare da parte dell’Ufficio Tecnico del Comune di Fino Mornasco al quale la città possibile dovrebbe collaborare come consulente.

L’Isola che c’è

Collaborazione al progetto VIVI SOSTENIBILE – A QUALCUNO PIACE FARLO sul tema della Mobilità.

Biciamo!

Biciamo nasce nel 2005 come una campagna di sensibilizzazione sull’uso della bicicletta in ambito urbano per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro e casa-scuola. Nasce in realtà dall’osservazione dell’aumento spontaneo di persone che utilizzano la bicicletta. Si vuole affiancare, come iniziativa dal basso, a quanto proposto in sede di lavoro nel gruppo Mobilità e Trasporti di Agenda 21.

Vengono fatte iniziative pubbliche di sensibilizzazione, due biciclettate e raccolta di firme. L’obiettivo che si pone ‘la città possibile’ è quello di stimolare la nascita di una nuova associazione che si possa affiliare alla FIAB. L’iniziativa si conclude a giugno 2005 con un’assemblea (presente Eugenio Galli di FIAB Ciclobby di MIlano) e il passaggio delle consegne a chi si incarica di portare avanti la costituzione della nuova associazione.

L’iniziativa si arena a quel punto e viene ripresa dalla Città Possibile nell’autunno 2007 con obiettivi diversi e più concreti: 1-l’approvazione del Piano della Mobilità Ciclistica da parte del Comune entro sei mesi; 2 – La realizzazione degli interevnti entro 3 anni; 3 – la formazione di un gruppo di lavoro Biciamo-Ufficio biciclette del Comune che possa contribuire alla stesura del Piano.

Si parte con una biciclettata e con la raccolta firme. L’adesione è ancora più forte rispetto al 2005, con la raccolta, attraverso banchetti informativi e con la collaborazione di molti commercianti, di oltre 1200 firme (al 20 novembre).

Gli obiettivi a breve termine sono: la consegna delle firme all’amministrazione comunale e la richiesta di un impegno concreto. La formazione di un gruppo di lavoro specifico (in corso ad oggi) che si occupi di elaborare le strategie future e di monitorare il percorso di Biciamo. L’affiliazione alla Fiab come ‘gruppo Biciamo’ all’interno della Città Possibile. Biciamo 2007 è stata rilanciata da Marco Castiglioni, Alberto Bracchi, Danilo Lillia.

(II)

Di cosa parliamo quando parliamo di città possibile:

un tentativo di programma partecipato

Parte prima: ieri

La più concreta delle utopie: ve la ricordate? Qualcosa di vero c’era in quello slogan, molto di concreto si è avverato. Aggiungiamo un ‘sogno’ di allora: che la trasversalità dell’associazione andasse a toccare tutte le categorie sociali ed economiche, in modo che tutti fossero rappresentati e che si potesse davvero essere incisivi. Anche se la realtà è stata ben lontana dal sogno, e siamo sempre un mondo a parte, si può forse ancora tentare, attraverso un corposo investimento in termini di formazione, di allargare la base dell’associazione.

Parte seconda: oggi

Siamo un gruppo con elevate professionalità che cerca di ridefinire una strategia dopo una certa fase di ‘stallo’ nella quale comunque il nome ha tenuto bene: un gruppo che deve assolutamente allargare la propria base cercando nuovi contributi. I temi in gioco: ancora Agenda 21, il lavoro sui lavatoi, il tema della mobilità affrontato da diverse angolazioni (de definire). La conclusione del progetto FINOVIA. IL PARCO VALLE DEL COSIA. Una ridefinizione della strategia (insieme a Dario Manuetti) del livello nazionale.

Parte terza: domani

E’ più difficile di quanto si pensi immaginare cosa sarà La Città Possibile domani: le caratteristiche di professionalità, idealità e al tempo stesso di dedizione al territorio lasciano poco spazio ai compromessi. Molte delle associazioni percepite come ^di successo^ o hanno il loro campo operativo lontano dal territorio in cui risiedono o sono dedite a raccogliere fondi per iniziative di carattere umanitario o sanitario. Le prime permettono di avere un contatto con realtà drammatiche in modo del tutto asettico. Le seconde operano una delega totale alle istituzioni, cui riversano i fondi raccolti. La Città Possibile non è così e non potrà mai esserlo: nessuna delega è prevista e chi si associa, o ci lavora, lo fa in prima persona. Gli ^scontri^ con le istituzioni sono quindi all’ordine del giorno, come all’ordine del giorno sono le collaborazioni. Non capire questo dualismo significa non accettare modalità operative lontane dal mondo dell’associazionismo, quello ambientale compreso. Questo è un punto nodale, di non immediata comprensione. Nei Paesi di cultura anglosassone dove l’associazionismo è forte e diffuso, probabilmente nessuno si scandalizza per l’attività di lobbying svolta dalle associazioni, non così in Italia dove l’avversario come diavolo/nemico con il quale non si scende a trattativa. Ad onor del vero qualcosa comincia a muoversi anche in Italia, pensiamo ad associazioni come Legambiente che ha intavolato partnership ad es. con Volkswagen. Insomma: all’imperativo categorico (o con me o contro di me) inevitabilmente esclusivo e terribilmente trasversale, la Città Possibile potrebbe opporre un approccio innovativo, fondato sulla convinzione che i temi della qualità della vita, dell’ambiente, della sicurezza non sono espressione di un gioco a somma zero, dove la vincita di uno equivale alla sconfitta dell’altro. Quest’approccio ha però bisogno di un lavoro di elaborazione e chiarezza all’interno dell’associazione tale da permettere un confronto sereno senza timori riguardo a possibili compromessi al ribasso. Ma l’ambizione de La Città Possibile è ancora più grande perché a questa visione, aggiunge la modalità della progettazione partecipata. Quello che è certo è che se La Città Possibile non ha chiuso battenti dopo dieci anni di lavori, significa che il suo metodo, per quanto di difficile attuazione, ha una sua validità e trova un riscontro positivo nella gente.

(III)

Proposte per un biennio

Terminata la fase di rinnovazione dell’associazione attraverso l’appuntamento assembleare, è opportuno fissare un percorso e un obiettivo. La proposta che facciamo è quella di aggregare risorse, anche umane, attraverso cinque azioni concrete, concretissime, sulle quali – lanciata l’idea e gli strumenti per attuarla – saranno gli enti e i media locali a chiedersi per quali motivi non vengono realizzate. Su queste cinque idee dobbiamo essere in in grado di inventarci, ciascuno per la sua ^idea^, un percorso, un calendario e degli appuntamenti locali, molto locali, con l’obiettivo di arrivare a settembre 2009 a tirare le somme, verificando e consentendo di verificare se quanto ci si era proposti è stato attuato e in che misura. Insomma, una sorta di bilancio operativo. Niente progetti ^aperti^ nel senso di senza fine: obiettivi concreti e responsabilizzazione al massimo grado. Parallelamente continuerà la classica azione di progettazione/trasformazione partecipata, se e come richiesti. Ma la priorità di questo biennio è quella di aggregare nuove risorse, di espandere la base associativa, di consolidarci sul territorio, di motivare gli associati, non quella di buttarci – salvo eccezioni – in nuovi progetti: sarebbe sufficiente averne uno da coltivare e spendere bene. Nel vedere come si trasforma la città, come la vita diventa sempre più convulsa e, in fondo, assurda, sento via via come prioritario il problema del traffico e della sicurezza sulle strade. La vivibilità della città parte da lì. Sappiamo come sono carenti, o clamorosamente assenti, le politiche serie e sistematiche per affrontare il problema. E nel dibattito che si sta aprendo soprattutto nelle grandi città, anche da parte dei sindaci di centro sinistra, sulla sicurezza in generale, al di là delle riflessioni sulle reali motivazioni che stanno alla base di certe richieste (i maggiori poteri ai sindaci), siamo convinti che si possa inserire il tema della sicurezza sulle strade, che si lega indissolubilmente al tema del degrado urbano. La proposta può essere quella di lavorare per un importante convegno (il titolo potrebbe essere ‘SIAMO SICURI?’) preparato e supportato da articoli e proposte.

Obiettivi per il prossimo biennio.

Occorre sperimentare forme di coinvolgimento/partecipazione della popolazione riguardo i i nostri progetti e le nostre proposte. Partecipazione / interazione con gli abitanti come metodo nei processi di trasformazione della città. Va bene avere degli obiettivi concreti e precisi, individuati ma occorre porre attenzione ai momenti partecipativi verso i cittadini, le associazioni del volontariato,alle associazioni rappresentanti i settori economici e professionali, la amministrazione pubblica con riferimento al municipio e i suoi organi decentrati consigli di circoscrizione per Como, alla amministrazione provinciale alle comunità montane. Occorre definire un percorso che sviluppi sperimentazioni di lavoro interattive quali fattori di innesto di processi di autogoverno delle comunità locali. In questa ottica la partecipazione diventa uno strumento importante per la costruzione di politiche pubbliche dal basso. Non conta chi decide cosa e come, ma conta l’interazione che nasce nelle pratiche e che produce politiche. La partecipazione diventa quindi una tecnica per gestire e costruire l’interazione locale, ma soprattutto una politica orientata al riconoscimento e alla sperimentazione di nuove forme di cittadinanza.

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Questo documento è stato elaborato on line da tutti i consiglieri di Città Possibile (Lorenzo Spallino, Cesara Pavone, Cecilia Rusconi, Marco Castiglioni, Ines Angelillo, Danilo Lilia e Alberto Bracchi) attraverso le forme di collaborazione orizzontale di Google Documenti.

Indirizzo pubblico: http://docs.google.com/Doc?id=dcx59tgk_70f3t86t


Petizione per un dormitorio permanente a Como

Città Possibile ha sottoscritto una lettera aperta indirizzata alle autorità locali perché venga messa a disposizione una struttura – pubblica o privata – quale dormitorio pubblico totalmente gratuito, aperto tutto l’anno 24 ore su 24 e che, con la presenza di adeguate figure professionali, offra spazi e tempi di socializzazione e favorisca percorsi di inclusione sociale delle persone più emarginate. La lettera è firmata da: Arci Provinciale Como, Associazione Il Sole, Associazione Incontri, Associazione Incroci, Associazione In Viaggio, Associazione La Città Possibile – Como, Associazione L’isola che c’è, Associazione Mani Aperte, Auser, Circolo W. Brandt, Circolo Culturale L. Fumagalli, Club Bertolt Brecht, Cooperativa Questa Generazione, Coordinamento Comasco per la Pace, I Bambini di Ornella, Opera don Guanella, Punto Einaudi Como, Senato delle Donne, Società di San Vincenzo de Paoli – Consiglio Centrale di Como.

La morte per assideramento di un nostro concittadino senza tetto ha provocato in noi tutti commozione e motivo di riflessione sulle opportunità abitative che la città offre a chi è senza dimora. Quanto è accaduto mostra crudamente una città piena di risorse che tuttavia non investe abbastanza per tutelare e realizzare i diritti umani, riconosciuti anche dall’ONU, dall’Unione Europea (Carta Europea dei Diritti Umani nella Città, Art. 16 – diritto all’alloggio: “…le autorità comunali verificano che esista un’offerta adeguata di alloggi e impianti… tali impianti devono comprendere delle strutture di accoglienza in grado di garantire la sicurezza e la dignità dei senza
tetto”) e dalla stessa Costituzione Italiana. All’arrivo della stagione fredda le persone prive di stabile dimora corrono seri rischi per la propria salute. Non è un caso che in quest’ultima settimana alla Mensa Serale siano state richieste 25 coperte da parte di chi ha per tetto solo il cielo. Eppure già dal settembre 2006 era stata presentata una petizione agli amministratori comunali e una proposta di delibera provinciale per la realizzazione di un dormitorio pubblico aperto tutto l’anno, sostenuta dalle firme di 734 cittadini residenti in Como e 1174 nella provincia.
In particolare, la proposta di delibera è stata approvata all’unanimità dal consiglio provinciale in data 11 aprile 2007. Riteniamo doveroso da parte degli Amministratori garantire sempre e comunque i requisiti minimi del vivere civile, a prescindere dalle condizioni climatiche. Finora, in proposito, poco è stato realizzato per garantire pieni diritti umani anche alle aree del disagio a Como.
Di fronte a un problema vitale come questo, che coinvolge gruppi di persone che vivono nella nostra città, occorre dunque prendere misure idonee: prevedere congrue voci di bilancio a ciò dedicate e adottare nell’immediato provvedimenti urgenti.
Che cosa chiediamo: che venga messa a disposizione una struttura – pubblica o privata – quale dormitorio pubblico totalmente gratuito, aperto tutto l’anno 24 ore su 24 e che, con la presenza di adeguate figure professionali, offra spazi e tempi di socializzazione e favorisca percorsi di inclusione sociale delle persone più emarginate. Le associazioni che sottoscrivono questa lettera – alle cui finalità hanno aderito anche privati cittadini – confermano il loro impegno e la loro disponibilità a collaborare, fermo restando le primarie responsabilità di chi amministra.

Il testo della lettera (pdf)



Il barbone e l’assessore

Il barbone e l’assessore

Notizia dell’altra mattina, dai titoli disparati: dal perbenista “Muore di freddo accanto al Tribunale” al più corretto “Viveva in strada: ucciso dal gelo“. Intervistato, l’assessore ai Servizi Sociali, Paolo Mascetti, si appella ai sentimenti (altrui), autoassolvendosi: “ Di fronte a certe tragedie, pur sapendo di aver fatto tutto il possibile per evitarle, viene naturale chiedersi se non si sarebbe potuto fare di più e salvare una vita”. La risposta è scontata: parliamo di persone che rifiutano ogni possibile aiuto concreto, sottolinea l’assessore. Insomma: problemi loro, tanto più che i lettori si limiteranno a un “poveretto” (nel senso del barbone). Perché tutto questo? Perché la politica ha come interlocutore la stampa, perché il dormitorio ha aperto (soltanto) ieri, 20 novembre 2007 (minima prevista + 3, massima + 9), perché i barboni continueranno a vivere e morire in questa città. “Proprio il freddo previsto per questa settimana ci aveva indotto ad anticipare i tempi di apertura”, puntualizza a proprio merito l’assessore. E fino a oggi? Non sembra che ci fossero temperature estive. Forse gli amministratori dovrebbero provare la ^Notte dei senza dimora^, lavarsi in un bagno pubblico e affrontare, privi della corazza della normalità, una giornata di violenza e sofferenze. C’è un città ignorata, quella dei barboni, c’è una città forse indifferente, quella dei lettori, e c’è un città, quella degli amministratori, ignorante nella più profonda accezione dell’etimo (che non conosce, che non sa). Le somme per la tv al plasma richiesta dal sindaco per il suo ufficio e per le passatoie del segretario generale non risolvono il problema dei barboni, ma sono l’abito mentale necessario per progettare di spostare il dormitorio fuori città, quasi che esista un ^altro dove^ che possa più correttamente contenere, anche fisicamente, il disagio sociale. Strana cosa, il disagio: nella lingua italiana esprime tanto la mancanza di ciò che è necessario, quanto il senso di imbarazzo. Ce n’è per tutti, verrebbe da dire. La soluzione è a portata di mano: decentrare, esternalizzare, confinare. “C’è, lontano dalla città, un bosco nero di lecci, nei luoghi della fonte di Dirce […]. Squallida ai suoi piedi, ignara della luce del sole, ristagna un’acqua eternamente gelata; una palude limacciosa circonda la pigra fonte […] Il luogo ci offre l’oscurità della notte”. Qui, come il sacerdote anziano nell’Oedipus di Seneca, non avremo esitazioni: scaveremo la terra e vi getteremo sopra fuochi strappati ai roghi, trascineremo neri capretti e buoi nella grotta, le vittime vive tremeranno in quel fuoco luttuoso. Erigeremo il dormitorio come un sacrificio, necessario quanto incomprensibile, delle risorse comunali e poi, probabilmente, doteremo i barboni di biglietti per il bus a prezzo calmierato. O forse li raccatteremo verso le otto di sera, in modo che i locali chic possano aprire senza problemi. Tempo fa pubblicai un pezzo dal titolo ^Povertà vecchie e nuove^. Parlava anche di Como. Tempo sprecato.

Pubblicato su La Provincia, il 22 novembre 2007, con il titolo ^La politica ignora il disagio^


BICIAMO! MANCANO POCHI GIORNI AL 30 NOVEMBRE!

BICIAMO! MANCANO POCHI GIORNI AL 30 NOVEMBRE!

Mancano pochi giorni al 30 novembre, giorno in cui si chiude la raccolta di firme di Biciamo! per chiedere (e, speriamo, ottenere):

  • l’approvazione entro 6 mesi di un Piano della Mobilita’ Ciclabile a Como;
  • l’attuazione degli interventi nei prossimi 3 anni;
  • la formazione di un gruppo di lavoro BICIAMO – Ufficio Biciclette del Comune di Como che, con il sostegno della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta – www.fiab-onlus.it/), possa efficacemente contribuire alla redazione del Piano.

Potete firmare la petizione online all’indirizzo http://www.petitiononline.com/biciamo/petition.html, oppure presso i banchetti presenti in città, o a questi indirizzi:

  • Libreria Punto Einaudi, via Carducci, Como;
  • Osteria del Gallo, Via Vittani, Como;
  • Libreria Mentana, Via Mentana, Como.

P.S. Per chi è in grado di documentare l’esistenza dell’Ufficio Biciclette presso il Comune di Como, abbiamo in serbo ricchi premi …


Castagnata 2007

Castagnata 2007

Grande partecipazione Giovedì 1 novembre alla oramai tradizionale Castagnata alla radura del Ponte dei Bottini. Il cielo ha infatti concesso un bellissimo pomeriggio di sole alla 12° edizione della manifestazione promossa per sensibilizzare l’opinione pubblica verso la prospettiva di costruzione di un grande parco estensivo ai margini della città. Fondamentale il contributo della Pro Loco di Tavernerio che con la sua organizzazione consente da 5 anni la possibilità di un pranzo della tradizione locale. La giornata è stata animata dalle musiche proposte dal Baule dei Suoni che hanno coinvolto i presenti anche in danze tradizionali in un clima festoso. Quest’anno la presenza dell’apicultore locale Maurizio Gallo, con la degustazione delle sue diverse varietà di miele, ha contribuito a creare un’atmosfera da festa campestre. La sua azienda agricola a conduzione famigliare rappresenta una risorsa importante anche per la vivacità e la ricchezza del futuro Parco, la cui istituzione a sua volta potrebbe consentire una occasione di rilancio per le piccole aziende agricole residuali ancora presenti nella valle, importante testimonianza di storia e tradizione del territorio. Allo stand della Città Possibile è stato presentato il Progetto di Valorizzazione della qualità e delle potenzialità di fruizione della Valle del Cosia, predisposto e realizzato con gli studenti dell’Istituto Agro Ambientale San Vincenzo di Albese con Cassano attraverso la stipula di una convenzione col Comune di Como. Inoltre era presente uno spazio dedicato al Museo Etnografico e dell’Acqua “lavandee” di Albese con Cassano con il quale Città Possibile sta formalizzando una collaborazione nell’intento generale di valorizzazione e messa in rete di tutte le risorse ambientali, storiche e culturali presenti nell’area, nella prospettiva di un unico grande parco dal Ponte di San Martino alle sorgenti del torrente Cosia. Insomma, una gran bella giornata, ricca di soddisfazioni per tutti.


30 NOVEMBRE 2007: CENA DI CITTA’ POSSIBILE

Cesara Pavone sta raccogliendo adesioni per la cena di Città Possibile, prevista per il 30 novembre prossimo. In base al numero delle adesioni sceglieremo il posto: l’idea, per ora, è quella della Darsena di Viale Geno, ma nulla vieta una soluzione diversa a seconda del numero dei presenti. La quota per partecipante dovrebbe essere contenuta in 30 euro. Senza nessun impegno, Vi invitiamo a darci un’indicazione di massima, anche se solo interessati alla cosa. In programma, oltre alla cena vera e propria, dovremmo avere le consuete iniziative di contorno: dia, proiezioni, ecc. Siamo convinti che almeno una volta in un anno sia bello ritrovarsi di persona: per questo contiamo sulla Vostra presenza.

CI SONO (FORSE)!
per segnalare la Vostra presenza (o anche solo per dire che, insomma, ci state pensando) scrivete a “Cesara Pavone” <cesara.pavone@gmail.com>.


Le sette villette lungo la valle del Cosia

Le sette villette lungo la valle del Cosia

Da un lato un intervento di recupero inserito nel più ampio progetto del parco della Valle del Cosia, dall’altro chi pensa di potere realizzarsi la propria villetta godendo di vista amena e, perché no, dei benefici derivanti dalla sistemazione del tracciato della vecchia linea del Tram. 4mila metri quadrati di terreno interessati e un primo cittadino esteta: «Intervento edilizio molto bello» … da La Provincia del 28 ottobre 2007

Per il sindaco di Tavernerio Giovanni Rossini, quello in programma a Solzago è «un intervento edilizio molto bello, che si inserirà perfettamente nel contesto circostante». Per altri, e a testimoniarlo è il commento di un cittadino, Matteo Dominioni, non rappresenta che «l’ultimo ed ennesimo scempio». Questo perché, a suo dire, «in pochi giorni è stata sventrata una porzione di bosco e, contestualmente, una ruspa ha terrazzato il terreno». In via Como, ai piedi di Villa Crivelli, sorgerà infatti un nuovo complesso residenziale. Sette villette mono e bifamiliari, per un totale di nove unità abitative, troveranno posto su quattro nuovi terrazzamenti che si affacceranno su quella che era la via del tram, un nome, appunto «La linea del tram», che caratterizza anche il piano di lottizzazione 11 che detta le regole dei lavori in corso. Un piano contrastato. Composte da pian terreno e primo piano per un’altezza massima di poco più sette metri, le future abitazioni saranno collegate dall’alto alla soprastante via Como, su cui sboccherà il viottolo interno che permetterà l’accesso al caseggiati in costruzione. Ai 19 box privati in uso ai residenti si affiancheranno nove posteggi all’aperto. L’operazione coinvolgerà una superficie di oltre 4mila metri quadrati di terreno, con una volumetria di nuove costruzioni pari a 2454 metri cubi. Un intervento presentato a fine 2005 da una società di Delebio, contro la quale un’associazione locale, «La città possibile», ha presentato un’osservazione accolta soltanto parzialmente e volta a mitigare l’impatto dei lavori, soprattutto in termini di nuovi muri di contenimento e di modifica dei livelli esistenti. «Mi stupisce – dice Dominioni – che sia stata data una concessione edilizia per edificare a ridosso del parco del Cosia, la vecchia linea del tram che collegava con la città di Como. Non condivido la prassi di far cassa tramite le concessioni edilizie. Ciò significa costruire, costruire, costruire a tutto danno di quel poco di verde che è rimasto. Che senso ha un piano regolatore se viene continuamente modificato? Tramite questa mia segnalazione mi auguro di sollevare l’interesse e l’indignazione dei miei concittadini, perché una volta che un bosco è distrutto e compare il cemento non si torna più indietro». I lavori, come detto, sono in corso. Le ruspe hanno già modificato i livelli esistenti, provvedendo ad asportare il bosco che ricopriva le rive. «Un tempo – dice Rossini – in quella zona c’erano delle rive che erano utilizzate per l’erba. Come altri terreni, quando quell’uso è stato abbandonato è cresciuta una boscaglia per lo più di robinie. Niente a che vedere con essenze pregiate. L’intervento previsto si integra perfettamente con ciò che c’è attorno, visto e considerato che è passato al vaglio della nostra Commissione paesaggistica che, tra le tante, ha imposto diversi accorgimenti di natura progettuale. La posizione di quell’insediamento è invidiabile e, come conseguenza dei lavori, il Comune riuscirà anche a sistemare per sempre il mancato collegamento del condominio soprastante alle fogne. Mi sembra, insomma, che tutte le carte siano in regola per realizzare un bell’intervento». Alberto Gaffuri

L’articolo originale (pdf): www.cittapossibilecomo.org/stampa