Miniartextil a Como

Ci sono grandi piccolissime mostre e piccole grandissime mostre. Le prime sono spesso espressione di qualche io smisurato, le seconde il tentativo di rendere quantomeno percepibile l’invisibile di Antoine de Saint-Exupéry. In queste ultime si colloca Miniartextil, aperta ieri nell’ex chiesa di san Fancesco a Como, con una straordinaria prosecuzione al Broletto. Uno spazio di assoluta riflessione, di sospensione dalle miserie dello spettacolo quotidiano di una città in cui la richiesta di bellezza viene percepita come critica allo stato dello cose. Il piazzale di San Francesco era ieri occupato sino all’inverosimile da automobili e furgoni. Nemmeno volendolo si sarebbe riusciti a dare maggiore concretezza all’indifferenza in cui opera Miniartextil a Como.

Miniartextil
Como, 27 settembre 2008 – 16 novembre 2008
Chiesa di San Francesco / Palazzo del Broletto
www.miniartextil.it

Foto: http://portfolio59.blogspot.com/2008/09/miniartextil.html


Vecchio Sant’Anna, la beffa

Vecchio Sant’Anna, la beffa. Solo il 10% resta pubblico. Una quota del 40% destinato ai servizi andrà alle banche e ai privati. Infrastrutture Lombarde: «Il tempo passa, la variante va approvata»
La Provincia del 25 settembre 2008

Ed ecco la notizia che tutti conoscevamo da tempo ma che, sacralizzata dalla stampa (o almeno da una parte di questa), diventa di dominio pubblico. Ossia che a breve il S. Anna come lo conosciamo non esisterà più: al suo posto una piccola città da 1.200 abitanti, alberghi, negozi, con il suo autosilo (pagato da noi), le sue banche e le sue scuole private. Lo sapevamo, l’avevamo paventato. Ciò nonostante, la notizia ^ci fa male^ lo stesso. Ci eravamo assuefatti al ^metodo S. Anna^: le notizie che faticosamente filtrano attraverso gli organi di stampa, l’ostinato mutismo delle istituzioni, l’arroganza di chi tiene le redini dell’operazione dietro il paravento dell’istituzionalità, i rovesciamenti degli accordi presi, le destinazioni pubbliche sempre meno pubbliche e, guarda caso, oggi minacciosamente ostative al buon esito dell’operazione, le cittadelle sanitarie promesse e poi scomparse. Ma a richiamarci alla realtà è la notizia che praticamente tutto il comparto oggi occupato dall’Ospedale sarà ceduto, salvo una misero 10% per ambulatori. Le quotidiane rassicurazioni circa la cura nel definire la collocazione dei 300.000 metri cubi rispetto ai bisogni del quartiere, suonano false prima che stonate. False perché la progettazione dell’area non è improntata su cosa ha bisogno la città, ma su cosa ha bisogno Infrastrutture Lombarde, la società incaricata dalla Regione Lombardia di valorizzare e vendere il comparto. Stonate, perché la riconversione dell’area dell’ospedale ha effetti su tutta la città e non sul solo quartiere di Camerlata. Ma che la navigazione a vista in urbanistica sia la regola per taluni amministratori è cosa nota, quando non un vanto aperto. Fedele all’assunto secondo cui la grande programmazione si fa anzitutto trattando, chi occupa i ponti di comando opera ignorando le parole di Martinotti, secondo cui sono proprio i progetti di pezzi di città indifferenti al resto del territorio, che si auto definiscono concretissimi, a rivelarsi inattuabili e ingestibili, mentre concreti si rivelano, a distanza, i progetti il cui presupposto imprescindibile è l’appartenenza ad una visione alta e aperta dell’essere comunità. La partita del S. Anna sta per chiudersi: l’aver politicizzato la discussione (destra pro nuovo ospedale a S. Fermo, sinistra pro ristrutturazione a Como) ha avuto l’effetto di troncarla, allontanando chi non riconosceva le premesse per una corretta decisione nell’appartenenza all’uno o all’altro schieramento. Se non possiamo più sperare di ribaltare il risultato, possiamo almeno cercare di chiudere con un punteggio dignitoso, pianificando correttamente il destino del S. Anna secondo le esigenze della città, e non di chi è incaricato di venderlo. Altrimenti vale davvero la pena, come qualcuno ha suggerito, cercare di ricomprarselo.


Assemblea Città Possibile 2008

Sala della circoscrizione di Albate, 3 ottobre 2008, h. 20:30 prima convocazione, h. 21:00 seconda convocazione.

Odg:

  1. discussione ed approvazione bilancio 2007;
  2. relazione del Presidente sullo stato della associazione e proposte;
  3. relazione da parte di un membro della associazione in riferimento alle iniziative in atto ( PVC, VAS Sant’Anna, Lavatoi, Biciamo, ecc);
  4. proposta per nuove forme di tesseramento;
  5. varie/eventuali

Documenti: verbale definitivo assemblea


Como: una città triste a misura di traffico

Como: una città triste a misura di traffico

Una città triste a misura di traffico. Biciclette e gioco non trovano spazio

La Provincia del 22 settembre 2008

Una città triste a misura di traffico. Biciclette e gioco non trovano spazio. Oratori esclusi, ecco l’identikit di chi vive bene a Como: maschi, adulti e motorizzati. A Como che va in bicicletta non ha vita facile

Como non sa dare uno spazio ai ragazzi per giocare a pallone. È l’impietosa analisi di qualche giovane parroco della città, confermata dall’assessore alle Politiche giovanili, il leghista Maurizio Faverio, che ammette: «Se scomparissero gli oratori non resterebbe granché ai ragazzi». Il tema è quanto mai attuale, visto il recente episodio accaduto in piazza Cacciatori delle Alpi: tre studenti del Liceo Gallio multati sabato dai vigili perché tiravano calci a un pallone. Ma questo è il risultato di una città fatta a misura di traffico. E non è un caso se dal Politecnico è stato pubblicato l’esito di uno studio che mostra quanto e come le strade cittadine siano pericolose per chi va in bici. Lorenzo Spallino, ideatore e presidente dell’associazione Città Possibile Como, di fronte a questa invivibilità, esprime un sintetico ma chiaro commento: «Dal punto di vista politico c’è ben poca attenzione verso tutto ciò che non è il cittadino maschio, adulto e motorizzato».


No monoblocco

Alcune persone hanno pensato bene non lasciare cadere nel vuoto senza dire niente quanto si sta decidendo in Consiglio Comunale sulla destinazione d’uso dell’area dell’Ospedale S. Anna e soprattutto sulla decisione di abbattere il monoblocco. Per questo hanno deciso di indire un’assemblea Mercoledì 24 settembre 2008 alle ore 21.00 presso la Sala Bertolio della Cooperativa di Via Lissi. Suggeriamo caldamente la partecipazione.

Il testo della petizione:

NIENTE SPECULAZIONI! IL MONOBLOCCO DEL SANT’ ANNA E’ DEI CITTADINI
L’ospedale S.Anna -e quindi anche l’area su cui sorge- sono patrimonio storico della città e tutti i cittadini devono fruirne. Come si sa l’ospedale verrà trasferito e quindi gran parte dell’ area pubblica dove sorge oggi il nosocomio dovrà essere ceduta. Un altro spreco, frutto di un modello sanitario regionale che dimostra sempre più limiti e inadeguatezze. Il progetto della Giunta Comunale, con l’accordo della Direzione ospedaliera, è quello di creare, sulla vasta area un nuovo quartiere o addirittura una “piccola città”. Tutto ciò, visto quanto è appetibile la zona dal punto di vista economico, potrebbe dare il via ad una speculazione edilizia difficilmente controllabile dalle istituzioni pubbliche. Il sospetto diventa ancora più forte se consideriamo che la porzione dell’area da cedere ai privati non sarà più del 40% come ipotizzato inizialmente ma bensì del 60%, mentre il restante 40% sarà destinato a genere “funzioni pubbliche”! Nel progetto si chiede anche la demolizione del cosiddetto monoblocco cioè il palazzo centrale dell’ospedale,una struttura recente (dei primi anni ’70) totalmente funzionale, mantenuta in ottimo stato attraverso diversi interventi. Per questo stabile solo negli ultimi anni sono stati investiti centinaia di migliaia di euro (della collettività) per la sua messa a norma secondo i parametri previsti per la sicurezza. Crediamo che la cancellazione di questa struttura si configuri come un grande spreco per la città poiché i suoi spazi potrebbero essere riutilizzati per concentrare in un solo luogo – ben servito e vicino al centro cittadino, con la presenza di un autosilo pubblico- uffici e servizi dei diversi enti pubblici (Comune, Provincia, ASL, etc…), ad esempio, oltre che fornire altri spazi a gruppi e/o associazioni cittadine o per necessità presenti e future di una città i cui componenti sono sempre più anziani. La sua demolizione risponde, invece, innanzitutto alle finalità edilizie imposte dalle aziende private costruttrici. Per questo non siamo d’accordo!
NON VOGLIAMO CHE IL MONOBLOCCO VENGA ABBATTUTO MA RIQUALIFICATO IN MODO DA POTER ESSERE UTILIZZATO PER FINALITA’ SOCIALMENTE UTILI. ESIGIAMO CHE IL PATRIMONIO PUBBLICO NON VENGA REGALATO AI PRIVATI. AFFERMIAMO IL DIRITTO, COME CITTADINE E CITTADINI, DI PARTECIPARE ALLE SCELTE CHE RIGUARDANO LA SALUTE E IL TERRITORIO IN CUI VIVIAMO

Per saperne di più:

Dal blog di Città Possibile:


S. Abbondio, in 28mila alla fiera. Fa il pieno (mica tanto) anche la solidarietà?

S. Abbondio, in 28mila alla fiera. Fa il pieno (mica tanto) anche la solidarietà?

^S. Abbondio, in 28mila alla fiera. Fa il pieno anche la solidarietà^: così intitolavano i giornali all’indomani della chiusura della Fiera di S. Abbondio, patrono di Como, magnificando la straordinarietà del risultato sia sotto il profilo dei visitatori (28.000) che del risultato in termini di risposta alla richiesta di solidarietà (1870 euro per la lotteria, devoluti all’ARCA di don Aldo Fortunato). Ognuno, ovviamente, guarda le cose dal suo punto di vista. Dal nostro ci sembra che 1870 euro in solidarietà si raccolgano nella più piccola delle fiere di paese. Vuol dire che ognuno dei visitatori ha sborsato 0,07 euro. Un po’ pochino …

p.s. Per completezza di informazione, sant’Abbondio veniva da Tessalonica, l’attuale Salonnico. Era un greco orientale, più vicino agli attuali turchi che ai greci … insomma, ai tempi chiaramente un extracomunitario bello e buono.


Il lago di Como verso l’UNESCO

20 settembre 2008

IL LAGO DI COMO VERSO L’UNESCO

Le sezioni di Como e di Lecco di Italia Nostra organizzano, con il patrocinio e il contributo del Comune di Tremezzo e in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, il convegno ^Il lago di Como verso l’UNESCO”.

Programma:

9.30 Registrazione dei partecipanti

10.00 Il sensibile paesaggio lariano Fiammetta Lang e Domenico Palezzato, Presidenti di Italia Nostra, sezioni di Como e di Lecco

10.30 Saluto delle Autorità

11.00 L’idea di ambiente nelle leggi e nella coscienza collettiva, Giuseppe Battarino, magistrato, docente universitario, Varese

11.30 Iter per il riconoscimento di patrimonio dell’umanità e prospettive per il paesaggio lariano, Rosa Anna Genovese ICOMOS

12.00 don Giuseppe Corti, Responsabile Ufficio Diocesano per la Tutela dell’ambiente

12.30 Principi metodologici per la costruzione della carta dei valori e dei rischi dei paesaggi sensibili, Erika Alessandrini Università Politecnica delle Marche

14.30 Acqua dolce e amara, proiezione filmato, regia di Tommaso Lipari,

14.45 Interventi dal pubblico e dibattito

Al termine dei lavori possibilità di visita guidata gratuita al Museo di Villa Carlotta, Tremezzo (prenotazione alla registrazione, fino ad esaurimento posti)

Teatro parrocchiale ‘T. OLIVELLI’, Piazza Sagrado S. Lorenzo, 2 -Tremezzo (Co), sabato 20 settembre 2008. Per informazioni e/o iscrizioni: 031-419376, italianostra.como@tele2.it.


L’esploratore notturno della Passeggiata Voltiana

Esploratore incauto o innamorato sfortunato? di certo curioso del Parco Valle del Cosia!

Da La Provincia di Como del 08/09/2008:

Finisce con l’auto lungo un sentiero. Nottata difficile per un comasco, residente in via Zezio, che tra sabato e domenica si è infilato con la sua Clio lungo la passeggiata Voltiana, che da Camnago porta a Solzago. Quando, all’altezza del ponte dei Bottini, si è reso conto dell’errore, l’uomo si è fermato e si è messo a dormire. Poi, la mattina, ha chiamato i pompieri e chiesto aiuto.


Lettera aperta all’assessore Diego Peverelli del Comune di Como

Lettera aperta all’assessore Diego Peverelli del Comune di Como

Lettera aperta all’assessore Diego Peverelli del Comune di Como

Gentile assessore Peverelli, Città Possibile raccoglie dal 2002 sul proprio sito i dati nazionali relativi alla qualità della vita: ci sono gli indicatori ambientali urbani ISTAT, i rapporti Ecosistema Urbano e Ecosistema Bambino di Legambiente, il Dossier Qualità della Vita del Sole 24 Ore, gli Indicatori Comuni Europei per la sostenibilità locale, i dati dell’Ufficio statistica dello stesso Comune di Como.

Perché tanta fatica? Perché siamo convinti che al di là delle classifiche annuali o di dati estrapolati solo una visione d’insieme possa dare l’idea della direzione generale di questa città nel campo della qualità della vita. I dati ISTAT appena pubblicati, converrà con noi, sono assai poco lusinghieri. In un quadro generale di, se pur lieve, miglioramento, Como si distingue soltanto per l’alta percentuale di utilizzo di gas metano. Un po’ poco, non Le pare?

All’interno del Comune di Como Lei riveste ben cinque deleghe: verde pubblico, arredo e decoro urbano, ciclo dei rifiuti, risorse idriche, e qualità dell’aria. Intervistato dal principale quotidiano locale, ha commentato il 78° posto in classifica con un «Stiamo scherzando?». Il problema, caro Assessore, è che non stiamo scherzando. Se da anni l’aria di Como è inquinata un giorno su tre, non possiamo illuderci che le politiche ambientali di questa città – che questa coalizione governa dal 1994 – siano efficaci.

Continua su http://www.cittapossibilecomo.org/data/peverelli.htm