Itinerari Urbani a Ferrara

Itinerari Urbani a Ferrara

L’Associazione ^Il corpo va in città^, in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara organizza il Corso di Perfezionamento Itinerari Urbani. Il corso ha l’obiettivo di definire una professionalità capace di leggere i contesti, acquisire strumenti di ascolto utili ad orientare il proprio intervento, agire in rapporto alla situazione sociale di riferimento e attivare strategie partecipative. Il corso si rivolge a diplomati e laureati e propone contenuti appetibili a progettisti, ricercatori, operatori sociali ed educatori.

Sede del Corso
: Facoltà di Architettura di Ferrara, Via Quartieri, 8 44100 Ferrara.
Durata del Corso: Il corso si svolgerà nei week-end a partire dal 18 novembre 2006 fino al 22 aprile 2007 per un totale di 164 ore di lezioni frontali, affiancate da simulazioni di processi partecipativi in aula, visite a siti realizzati con metodologie partecipative, laboratori
esperienziali in ambiente urbano. La chiusura del corso è prevista nel mese di maggio 2007.
Maggiori dettagli: www.itinerariurbani.it e http://www.cittapossibilecomo.org/new.htm


Le politiche del traffico e la salute dei cittadini

Le politiche del traffico e la salute dei cittadini

Nella discussione su piazza Cavour, da dietro le spalle degli intervistati fa capolino il famigerato parcheggio sotterraneo. Lontano parente del parcheggio a raso da realizzarsi attraverso l’interramento del lago fino alla diga foranea (anni ’60), ci strizza l’occhio, il diavoletto, ben sapendo di contare sul politico di turno. Compare una volta in piazza Matteotti, una volta di fronte alla Funicolare, ogni tanto in piazza Cavour, a seconda degli umori di un’amministrazione totalmente assente sul piano progettuale. Duecento, 300, a volte anche 500 posti auto al servizio del centro: il lancio dell’assessore ai Lavori Pubblici, il (cauto) plauso del primo cittadino, il silenzio dell’assessore alla Viabilità, lasciano, di fatto, campo libero alle più disparate elucubrazioni, più o meno disinteressate. Ma il dubbio che uno straordinario attrattore di traffico possa aggravare l’insostenibile situazione ambientale della convalle, non viene a nessuno? Peccato: perché basta girare le pagine dello stesso quotidiano dell’8 settembre, per scoprire che “abbiamo” (e, davvero, per chi utilizza quotidianamente la bicicletta fa specie dover usare la prima persona plurale) superato del doppio il limite europeo sullo smog. Con un’espressione tra lo sconsolato e il rassegnato, il primario di pneumologia del Sant’Anna ci suggerisce di evitare strade trafficate e orari più caldi, soprattutto con i bambini. Ma due parole sul fatto che andrebbe eliminata la causa dell’inquinamento, e non gli inquinati, no? Veramente siamo medici, assessori, sindaci, avvocati, giornalisti e quant’altro ma non cittadini, non persone? Diciamo la verità: non soltanto c’è il dubbio che non esista alcuna politica di gestione del traffico a Como, ma che forse non esista neppure la volontà di approfondire quanto traffico e inquinamento siano connessi e che cosa si possa fare (e si fa) a questo proposito. Io so di nulla sapere, ammoniva Socrate. Affermare che i posti blu sono la risposta comasca ai problemi di inquinamento che Milano vuole gestire tramite il “road pricing“, è cosa scientificamente errata, detta senza alcuna cognizione di causa ma tutto sommato innocua. Rifiutarsi di programmare il futuro della città definendo una scala di priorità e dicendo cosa si può fare e cosa non si può fare è (o dovrebbe essere) motivo di grave imbarazzo per un amministratore pubblico. La Biennale di Architettura ha messo al primo posto la città vivibile, sottolineando come il 75% dell’anidride carbonica del mondo si produca nelle città e come la qualità della vita urbana non possa rinunciare a un’architettura strumento di democrazia. Nulla di tutto questo attecchisce a Como, dove all’amministrazione non passa per la mente che, quando la gente chiede di essere più cauti nel rilasciare le autorizzazioni per le manifestazioni in piazza Cavour, forse non sta dicendo che la piazza piace così com’è, ma che è stufa di vedere quattro bancarelle con il formaggio stagionato (con tutto il rispetto per il formaggio). Avanti dunque con il parcheggio sublacuale: purché ci sia uno sponsor politico, la cosa si può fare. Ma se Como vanta tumori ai polmoni e affezioni alle vie respiratorie nettamente superiori alla media italiana, forse è il caso di rivedere le politiche ambientali di questa città. Ammesso che ce ne siano.
Lorenzo Spallino

Pubblicato su La Provincia del 12 agosto 2006