Ragazzi che sporcano/dipingono i muri

Ragazzi che sporcano/dipingono i muri

Leggo tanti commenti sulla stampa sul caso del ferimento di Rumesh. E’ bene che se ne parli, che non ci si stanchi di parlarne. Aggiungo qui un contributo

1° Non mi scandalizzo per i muri sporcati da imbrattatori o vandali. Il vandalismo mi deprime, ma dobbiamo riconoscere che la mancanza di rispetto per il bene comune è frutto della nostra cultura. Ci sono però problemi ben più importanti dei muri imbrattati.
2° Le pitture murali, fatte da quelli che oggi chiamiamo writers, hanno storia millenaria. Sono comunicazione e cultura, spesso arte. E contribuiscono a rendere allegri i muri grigi delle nostre squallide periferie o dei nostri squallidi sottopassaggi urbani.
3° Non riconoscere questi fenomeni, e criminalizzarli in favore della (presunta) sicurezza, vuol dire forse cercare di nascondere i veri problemi della città e i veri, e ben più gravi, fenomeni di illegalità.
4° Creare il clima di criminalizzazione e repressione, e rifiutare il dialogo con i protagonisti di questi fenomeni, vuol dire assumersi gravi responsabilità sociali.
5° Inventare strumenti di repressione come queste ’squadrette’ dalla pistola facile vuol dire unire alle gravi responsabilità una gravissima incompetenza.
6° Credere che la città possa diventare più sicura e più viva e più pulita con questi metodi dimostra di non conoscere le più importanti esperienze europee di riqualificazione di spazi urbani.
7° Con tutto questo, e dopo questo fatto doloroso e grave, bisognerebbe che chi assomma tutte queste ‘qualità’ abbia la dignità e il coraggio di dimettersi. Subito.

P.S.: Ai duri, ai repressori dei writers: non cercate di identificare i ragazzi della foto. Sono di un’altra città, e sono autorizzati.

SICUREZZA E’ PARTECIPAZIONE
SIAMO CON RUMESH, SIAMO COI RAGAZZI


Città solidale e disarmata: Como, piazza del Duomo, 3 aprile 2006, ore 18,30

Città solidale e disarmata: Como, piazza del Duomo, 3 aprile 2006, ore 18,30

Mentre qualcuno dovrà spiegare come sia possibile che a Como esistano dei corpi armati che rispondono alle istituzioni politiche – cosa che succedeva nell’Argentina del generale Videla, ma che non è ammissibile avvenga nell’Italia del terzo millenio – segnaliamo il corteo che prenderà il via oggi alle ore 18,30 da piazza del Duomo. Trentuno realtà locali, tra cui Città Possibile, ricorderanno con la loro presenza il dolore e la follia di una città dove solo gli ex di Gladio possono commentare con espressioni come “sono i rischi di chi lavora in prima linea per la sicurezza” (Paolo Mascetti, La Provincia 31 marzo 2006, p. 2) quello che è avvenuto Venerdì 31 marzo 2006: un ragazzo di 18 anni – che non si era fermato all’alt della polizia locale in borghese perché non aveva la patente ma solo il foglio rosa – è stato inseguito, estratto dall’auto a armi spianate, messo contro un muro pistola alla nuca e colpito da un colpo esploso a bruciapelo che gli ha trapassato il cranio. Incidente, dichiara il sindaco Bruni; ^costo^ afferma il vice sindaco Mascetti, che bolla come “immorali” le manifestazioni degli studenti; ^disgrazia^ chiosa l’assessore Scopelliti che ha ideato e voluto la task force anti writers.

Inutile ricordare a questi signori che, lungi dal rassicurare, le barriere finiscono per alimentare in una spirale senza fine i fantasmi della paura (La Rocca, 2002): qui si parla di una ragazzino in fin di vita per avere commesso un’infrazione al codice della strada, come giustamente ha sottolineato il questore di Como, Angelo Caldarola ne La Provincia di ieri. Stupisce infine che la Procura non abbia iscritto nel registro degli indagati chi permette che a Como si aggirino vigili in borghese autorizzati a ^ingaggi^ ad armi spianate, colpo in canna e senza sicura. Ma siamo certi che qualcuno avrà una spiegazione anche per questo.


Libertà: di espressione?

Libertà: di espressione?

In quanti modi è possibile declinare l’espressione ^blog^? La definizione di diario on line è ormai datata e certamente insufficiente a raccogliere, in un unico contenitore, forme ed espressioni tra loro distanti. Mentre lasciano francamente indifferenti i contenitori intimistici, dai toni del tutto autoreferenziali, suscitano invece interesse le iniziative di denuncia e riflessione sociale. In una città ai bordi dell’Impero come Como, non può non far notizia un blog come Vivere a Como, fin troppo ricco di spunti e riflessioni su questa città. Non spetta a noi ^certificare^ la bontà di quello che si scrive sul blog in questione, anche perchè le voci sono tra loro diversissime per registri e contenuti: quello che ci preme è invece accogliere l’appello lanciato dal suo curatore, che ha denunciato in un recente post i tentativi di chiusura subiti o le indagini per capire chi si nasconda dietro allo psuedonimo di ^Sir Percy Blakeney^. Città Possibile ben conosce le prodezze di chi, investito di ruoli di responsabilità istituzionale, si sente in dovere di far sapere, per interposta persona, di non gradire commenti al proprio operato minacciando ricadute sul lato delle collaborazioni in atto: per questo appoggia, senza riserve, l’appello di Vivere a Como, convinta che iniziative di confronto pubblico, lontane dalle attuali strategie comunicative istituzionali (ammesso che ce ne siano), non possano che far del bene a questa città.


Europa, sulle strade si muore di meno.

Europa, sulle strade si muore di meno.

Da Repubblica.it: Diminuiscono i morti sulle strade europee. Lo scorso anno i decessi sono stati 41 mila, 8 mila in meno rispetto al 2001. […] Quanto a numero di morti, le strade italiane non sono molto differenti da quelle dei partner europei, con un discreto aumento della sicurezza riassunto dalle cifre: oltre 5600 vittime nel 2004, un migliaio in meno rispetto al 2001, e una percentuale di decessi per numero di abitanti in piena media Ue. […] Secondo lo studio della Commissione, nei quindici vecchi paesi dell’Unione le strade urbane sono più pericolose rispetto alle autostrade, con il 67% degli incidenti verificatisi all’interno delle mura cittadine.

Insomma, il solito bollettino di guerra. Da noi continuo a vedere penzolare gli striscioni dell’ACI messi vicino alle scuole con il segnale di pericolo ^Attenzione! Bambini!^. Conoscevo i segnali ^Mucche^ (Alto Adige), ^Cervi^ (passo dello Stelvio)^. Forse esiste anche ^Pecore^(Barbagia?). Ma che i bambini fossero un pericolo, questa poi … forse le assicurazioni …?


Reality show a Tavernola nel centro per lavoratori immigrati

Reality show a Tavernola nel centro per lavoratori immigrati

“Doveva ospitare lavoratori in difficoltà, ma non ci sono richieste. Vuoto il Centro da 900 mila euro. Il Comune: coinvolgeremo industriali e artigiani per promuovereil progetto”.

Il 14 febbraio sul giornale La Provincia di Como viene denunciato uno scandalo sociale che cade proprio nel periodo dei tagli sulla spesa sociale: il comune di Como ha progettato e realizzato un dormitorio nato vecchio.
Quale famiglia, ma anche quale impresa profit o no-profit, potrebbe permettersi di spendere 900.000 euro di sola ristrutturazione più il costo dell’immobile e ritrovarselo vuoto.
Pensato per i lavoratori in difficoltà, in realtà soprattutto per gli immigrati, il centro di via Conciliazione a Tavernola ci è già costato tanto e ogni giorno ci costerà sempre di più. Come mai?
E’ figlio di una concezione superata e poco rispettosa delle persone, non risponde alle esigenze dei lavoratori, è persino oneroso, infatti costa di meno abitare nelle case del comasco, che sono già care: basta trovare uno o due amici. Chi ha voglia di spendere 360 euro al mese per stare in una camera a 4 letti con le persone che ti trovi ? C’è qualche assessore o consigliere comunale o qualche mega dirigente che vuole fare un’esperienza esaltante? Propongo che, gratuitamente, chi ha avuto questa bella idea trascorra un mesetto in questa situazione, dopo aver lavorato 8 ore in un cantiere edile. Espansione TV potrebbe riprendere 24 ore su 24 il reality show Tavernolake e incrementare i suoi dati di ascolto. Dopo questo mese il centro si potrebbe chiudere e destinare ad altri compiti.

Un altro interrogativo ci si potrebbe porre: ma cosa c’entra la Lega italiana lotta all’Aids – che gestisce il centro – con la gestione di un centro di questo tipo? La creatività non ha limiti, ma è così scandaloso chiedere a ciascuno di fare il proprio mestiere ?

I tagli ai servizi sociali sono assurdi, ma spendere così i (pochi) soldi pubblici è semplicemente vergognoso. Questa è l’ennesima dimostrazione che gli sprechi esistono mentre c’è chi non tira la fine del mese. Chiedo al sindaco e al presidente della Regione: chi deve pagare per questa scelta dissennata? In realtà, bastava chiedere agli stessi immigrati un parere e si sarebbero risparmiati 900.000 euro.


Vedano Olona Natale 2005

Vedano Olona Natale 2005

Succede anche questo. A Vedano Olona, dove in anni recenti abbiamo realizzato uno dei più belli e articolati percorsi di partecipazione, un insensato atto vandalico ha distrutto, dandola alle fiamme, la struttura gioco ideata e progettata dai bambini delle vicine scuole e realizzata nel Parco Spech da un’Amministrazione Comunale lungimirante come se ne vedono poche.

Una grande struttura in legno di robinia realizzata su misura dal Larobatorio di Como che univa le idee e la fantasia dei bambini al rigore progettuale e all’osservanza delle norme più avanzate sulla sicurezza.

Nei due anni passati la frequentazione è stata altissima, anche da parte di famiglie provenienti dai comuni vicini. Un grande gioco che tutti sentivano come proprio. Per questo appare ancora più insensato l’atto vandalico. Oggi ci si appresta a ricostruirla così com’era, segno di quanto la comunità locale la sentisse propria.


Neve, e poi neve, e ancora neve

Neve, e poi neve, e ancora neve

La neve cambia improvvisamente le carte in tavola. Quando arriva di notte ti accorgi che c’è qualcosa di strano, dove sono finiti i rumori della strada? La neve cancella i colori, bianco, bianco, solo bianco: ma sul bianco risaltano i colori delle persone. Le donne gli uomini i bambini per la strada sono più uguali e più allegri, oggi c’è qualcosa di diverso, oggi si cambia! Il primo effetto della neve sulla strada, quando ancora sono pochi centimetri e ci sono in giro ancora le auto, è che disegna in bianco lo spazio ai lati della strada, quello per i pedoni, e lascia ancora grigio lo spazio minimo che serve a un’auto per passare: caspita! ne basta molto meno del solito! La magia ha inizio, in poche ore il manto di neve compie la rivoluzione: donne, uomini bambini e cani in mezzo alle strade bianche, le macchine no, pochissime. Qualche stupido commentatore televisivo dice “la città spettrale …”, ma la città è magica, viva ma di una vita completamente diversa da ieri. La rivoluzione continua nel rito della spalatura dove si fanno conoscenze, si scoprono nuovi vicinati e nuove convivialità, la neve è ancora leggera, ci si prende il tempo necessario. La macchina per oggi può restare ferma. La natura ci ha restituito per oggi aria pulita e cuore leggero. Ma, come viene di rado, la neve dura poco: il giorno dopo è grigia e pesante, e la magia svanisce. Devo liberare il mio parcheggio e allora butto la neve sul tuo, d’altra parte se no dove la metto? Devo difendere il mio spazio vitale, il parcheggio della mia macchina, e non guardo in faccia nessuno. Che strano, mi sentivo così buono ieri e oggi sto ridiventando una carogna … La rivoluzione è durata un giorno. Per la prossima ci toccherà aspettare il lago in piazza. Speriamo che faccia presto, prima che costruiscano le paratie!


Arte e frammenti di città

Arte e frammenti di città

A proposito di arte e scelte politiche sottintese: Como ha imboccato la strada delle mostre legate ai grandi nomi della pittura moderna (Mirò, Picasso, ora Magritte). Altre città hanno deciso di investire sull’arte diversamente. A Napoli, per esempio, l’arte è diventata uno dei cardini della politica di rinnovamento urbano. Alla base una strategia precisa: togliere le opere dal piedistallo dei musei per farle entrare nei territori quotidiani. Piazza Plebiscito, finalmente liberata dalle auto, nel dicembre 1995, ha accolto una Montagna di sale, opera di Mimmo Paladino. Un’installazione temporanea capace però di lasciare un segno forte nella memoria delle persone (abitanti, passanti, turisti). Da allora, ogni Natale, un artista diverso ha reinterpretato la piazza, secondo un rituale di cui la città si è subito appropriata.
Che non si trattasse solo di scenografie d’effetto ma di una trama effettiva lo hanno dimostrato le nuove stazioni della Metropolitana: uno dei “non luoghi” della vita urbana ha subito una totale metamorfosi grazie all’intervento dei principali artisti contemporanei. Oltre a fare discutere, a sorprendere, a volte emozionare, colore e ironia sembrano anche invogliare ad usare di più il mezzo pubblico.
Certo, Napoli e Como sono due entità incomparabili. Ma una città di 80.000 abitanti, decidendo di abbandonare la sua sobrietà laboriosa per sperimentare forme d’arte non di consumo ma di uso sociale, saprebbe da dove partire. La Fondazione Ratti da tempo organizza a Como un Corso Superiore di Arte Visiva, che permette a giovani studenti, provenienti da tutto il mondo, di lavorare sotto la guida di un artista di prestigio internazionale. Quest’anno il corso si intitola Fragmented City ed è dedicato alle città frammentate in cui viviamo,
città che si contraggono, crescono rapidamente, si muovono, creando al proprio interno territori separati, tante isole che convivono una accanto all’altra a diverse velocità.

Mi chiedo: alla città di questa importante riflessione creativa resterà qualcosa?


Varese, anno stellare 3026.24.0

Varese, anno stellare 3026.24.0

“Como non respira. Polveri sottili alle stelle” intitola oggi il Corriere di Como. “Smog da record, ricoveri in aumento”, gli fa eco La Provincia. “Smog, oggi targhe alterne a Roma. La ragione è semplice: mai così alte le polveri sottili, che raggiunta la soglia di 183 microgrammi per 20 giorni consecutivi fanno di Como la città più inquinata della Lombardia. Preso atto che 50 è il limite oltre il quale le polveri sono considerate dannose per la salute e che 5 sono i giorni di superamento delle polveri sottili (PM10), Varese ha deciso il blocco totale del traffico nel centro storico per oggi, dalle 8 alle 20. E Como? L’importante è non autoprescriversi i farmaci, raccomanda il primario di pneumologia, prof. Giura sulla Provincia di oggi: “sempre meglio chiedere al medico a quale rimedio ci si deve affidare”. Come dire: “Dottore, ho un coltello nel fianco. Cosa faccio?” “Non si tocchi la ferita con le mani sporche!” “Ma posso togliere il coltello?” “Non lo chieda a me!”.


Ha ragione Libeskind

Ha ragione Libeskind

Liberiamo la città dagli impedimenti visivi che ci vietano di vivere una esperienza completa … della città. Oltre che in piazza Verdi ce ne sono diversi ed ingombranti nella zona a lago, attorno a Villa Olmo, Villa Gallia e qualcuno, pochi in verità, nelle aree del centro. Per fortuna qualche impedimento visivo è già stato eliminato, come quelli attorno alle opere del Terragni ( un grande cedro davanti alla scuola materna Santelia e dal perimetro del Monumento ai Caduti ). Ora queste belle opere consentono un’esperienza completa. L’esperienza (leggere sospirando) sarà ancora più intensa se queste aree saranno gestite dalla Csu, come gestisce i parcheggi di piazza Volta e via Auguadri (basta sospirare). Tolti gli impedimenti visivi, anche a Como ci starebbero bene qualche torre di Libeskind, come quelle gemelle di New York o quelle approvate per Milano. Se un qualunque psicanalista legge, mi potrebbe fornire una interpretazione dell’idea fissa di fare torri di Libeskind ? A coppie e contorte per di più !
Se si pensa di togliere il cedro e quei pochi giardinetti dalla piazza almeno si cambi il nome del musicista a cui è intitolata . Rossini, Toscanini, chi volete, ma non Verdi ! Oltre al danno anche la beffa direi di no. Come direbbe Totò, caro dr. architetto Libeskind ed estimatori, “ ma ci faccia il piacere”.