No monoblocco

Alcune persone hanno pensato bene non lasciare cadere nel vuoto senza dire niente quanto si sta decidendo in Consiglio Comunale sulla destinazione d’uso dell’area dell’Ospedale S. Anna e soprattutto sulla decisione di abbattere il monoblocco. Per questo hanno deciso di indire un’assemblea Mercoledì 24 settembre 2008 alle ore 21.00 presso la Sala Bertolio della Cooperativa di Via Lissi. Suggeriamo caldamente la partecipazione.

Il testo della petizione:

NIENTE SPECULAZIONI! IL MONOBLOCCO DEL SANT’ ANNA E’ DEI CITTADINI
L’ospedale S.Anna -e quindi anche l’area su cui sorge- sono patrimonio storico della città e tutti i cittadini devono fruirne. Come si sa l’ospedale verrà trasferito e quindi gran parte dell’ area pubblica dove sorge oggi il nosocomio dovrà essere ceduta. Un altro spreco, frutto di un modello sanitario regionale che dimostra sempre più limiti e inadeguatezze. Il progetto della Giunta Comunale, con l’accordo della Direzione ospedaliera, è quello di creare, sulla vasta area un nuovo quartiere o addirittura una “piccola città”. Tutto ciò, visto quanto è appetibile la zona dal punto di vista economico, potrebbe dare il via ad una speculazione edilizia difficilmente controllabile dalle istituzioni pubbliche. Il sospetto diventa ancora più forte se consideriamo che la porzione dell’area da cedere ai privati non sarà più del 40% come ipotizzato inizialmente ma bensì del 60%, mentre il restante 40% sarà destinato a genere “funzioni pubbliche”! Nel progetto si chiede anche la demolizione del cosiddetto monoblocco cioè il palazzo centrale dell’ospedale,una struttura recente (dei primi anni ’70) totalmente funzionale, mantenuta in ottimo stato attraverso diversi interventi. Per questo stabile solo negli ultimi anni sono stati investiti centinaia di migliaia di euro (della collettività) per la sua messa a norma secondo i parametri previsti per la sicurezza. Crediamo che la cancellazione di questa struttura si configuri come un grande spreco per la città poiché i suoi spazi potrebbero essere riutilizzati per concentrare in un solo luogo – ben servito e vicino al centro cittadino, con la presenza di un autosilo pubblico- uffici e servizi dei diversi enti pubblici (Comune, Provincia, ASL, etc…), ad esempio, oltre che fornire altri spazi a gruppi e/o associazioni cittadine o per necessità presenti e future di una città i cui componenti sono sempre più anziani. La sua demolizione risponde, invece, innanzitutto alle finalità edilizie imposte dalle aziende private costruttrici. Per questo non siamo d’accordo!
NON VOGLIAMO CHE IL MONOBLOCCO VENGA ABBATTUTO MA RIQUALIFICATO IN MODO DA POTER ESSERE UTILIZZATO PER FINALITA’ SOCIALMENTE UTILI. ESIGIAMO CHE IL PATRIMONIO PUBBLICO NON VENGA REGALATO AI PRIVATI. AFFERMIAMO IL DIRITTO, COME CITTADINE E CITTADINI, DI PARTECIPARE ALLE SCELTE CHE RIGUARDANO LA SALUTE E IL TERRITORIO IN CUI VIVIAMO

Per saperne di più:

Dal blog di Città Possibile:


S. Abbondio, in 28mila alla fiera. Fa il pieno (mica tanto) anche la solidarietà?

S. Abbondio, in 28mila alla fiera. Fa il pieno (mica tanto) anche la solidarietà?

^S. Abbondio, in 28mila alla fiera. Fa il pieno anche la solidarietà^: così intitolavano i giornali all’indomani della chiusura della Fiera di S. Abbondio, patrono di Como, magnificando la straordinarietà del risultato sia sotto il profilo dei visitatori (28.000) che del risultato in termini di risposta alla richiesta di solidarietà (1870 euro per la lotteria, devoluti all’ARCA di don Aldo Fortunato). Ognuno, ovviamente, guarda le cose dal suo punto di vista. Dal nostro ci sembra che 1870 euro in solidarietà si raccolgano nella più piccola delle fiere di paese. Vuol dire che ognuno dei visitatori ha sborsato 0,07 euro. Un po’ pochino …

p.s. Per completezza di informazione, sant’Abbondio veniva da Tessalonica, l’attuale Salonnico. Era un greco orientale, più vicino agli attuali turchi che ai greci … insomma, ai tempi chiaramente un extracomunitario bello e buono.


Il lago di Como verso l’UNESCO

20 settembre 2008

IL LAGO DI COMO VERSO L’UNESCO

Le sezioni di Como e di Lecco di Italia Nostra organizzano, con il patrocinio e il contributo del Comune di Tremezzo e in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, il convegno ^Il lago di Como verso l’UNESCO”.

Programma:

9.30 Registrazione dei partecipanti

10.00 Il sensibile paesaggio lariano Fiammetta Lang e Domenico Palezzato, Presidenti di Italia Nostra, sezioni di Como e di Lecco

10.30 Saluto delle Autorità

11.00 L’idea di ambiente nelle leggi e nella coscienza collettiva, Giuseppe Battarino, magistrato, docente universitario, Varese

11.30 Iter per il riconoscimento di patrimonio dell’umanità e prospettive per il paesaggio lariano, Rosa Anna Genovese ICOMOS

12.00 don Giuseppe Corti, Responsabile Ufficio Diocesano per la Tutela dell’ambiente

12.30 Principi metodologici per la costruzione della carta dei valori e dei rischi dei paesaggi sensibili, Erika Alessandrini Università Politecnica delle Marche

14.30 Acqua dolce e amara, proiezione filmato, regia di Tommaso Lipari,

14.45 Interventi dal pubblico e dibattito

Al termine dei lavori possibilità di visita guidata gratuita al Museo di Villa Carlotta, Tremezzo (prenotazione alla registrazione, fino ad esaurimento posti)

Teatro parrocchiale ‘T. OLIVELLI’, Piazza Sagrado S. Lorenzo, 2 -Tremezzo (Co), sabato 20 settembre 2008. Per informazioni e/o iscrizioni: 031-419376, italianostra.como@tele2.it.


L’esploratore notturno della Passeggiata Voltiana

Esploratore incauto o innamorato sfortunato? di certo curioso del Parco Valle del Cosia!

Da La Provincia di Como del 08/09/2008:

Finisce con l’auto lungo un sentiero. Nottata difficile per un comasco, residente in via Zezio, che tra sabato e domenica si è infilato con la sua Clio lungo la passeggiata Voltiana, che da Camnago porta a Solzago. Quando, all’altezza del ponte dei Bottini, si è reso conto dell’errore, l’uomo si è fermato e si è messo a dormire. Poi, la mattina, ha chiamato i pompieri e chiesto aiuto.


Lettera aperta all’assessore Diego Peverelli del Comune di Como

Lettera aperta all’assessore Diego Peverelli del Comune di Como

Lettera aperta all’assessore Diego Peverelli del Comune di Como

Gentile assessore Peverelli, Città Possibile raccoglie dal 2002 sul proprio sito i dati nazionali relativi alla qualità della vita: ci sono gli indicatori ambientali urbani ISTAT, i rapporti Ecosistema Urbano e Ecosistema Bambino di Legambiente, il Dossier Qualità della Vita del Sole 24 Ore, gli Indicatori Comuni Europei per la sostenibilità locale, i dati dell’Ufficio statistica dello stesso Comune di Como.

Perché tanta fatica? Perché siamo convinti che al di là delle classifiche annuali o di dati estrapolati solo una visione d’insieme possa dare l’idea della direzione generale di questa città nel campo della qualità della vita. I dati ISTAT appena pubblicati, converrà con noi, sono assai poco lusinghieri. In un quadro generale di, se pur lieve, miglioramento, Como si distingue soltanto per l’alta percentuale di utilizzo di gas metano. Un po’ poco, non Le pare?

All’interno del Comune di Como Lei riveste ben cinque deleghe: verde pubblico, arredo e decoro urbano, ciclo dei rifiuti, risorse idriche, e qualità dell’aria. Intervistato dal principale quotidiano locale, ha commentato il 78° posto in classifica con un «Stiamo scherzando?». Il problema, caro Assessore, è che non stiamo scherzando. Se da anni l’aria di Como è inquinata un giorno su tre, non possiamo illuderci che le politiche ambientali di questa città – che questa coalizione governa dal 1994 – siano efficaci.

Continua su http://www.cittapossibilecomo.org/data/peverelli.htm


Como città nemica dell’aria – L’Istat declassa il Lario

Como città nemica dell’aria / L’Istat declassa il Lario (… e vuoi vedere che adesso sbaglia pure l’ISTAT?)

La Provincia del 29 agosto 2008

Un ambiente sano significa migliore qualità della vita, minori costi sanitari, futura eredità di bellezza e beni preziosi per i nostri figli e nipoti. Peccato che questo, a Como, sia ancora un miraggio: secondo l’indagine sugli indicatori ambientali urbani diffusa ieri dall’Istat, il capoluogo comasco batte la fiacca. Nel 2006 Como era al 75° posto su 111 capoluoghi di provincia oggetto dell’indagine: nel 2007 è stata declassata al 78° posto. Sono le qualità chimiche, fisiche e biologiche delle risorse ambientali (aria, acqua, suolo) a determinare la classifica nazionale. Prendiamo ad esempio il settore della raccolta differenziata: a Como – pile esauste, accumulatori e farmaci – ciascun abitante ha raccolto 0,7 chili nel 2007. Nel 2004 i comaschi raccoglievano 0,4 chili, diventati 0,6 nel 2006. Queste cifre, tuttavia, diventano nere dalla vergogna se paragonate con i 2,5 chili di Bolzano e gli 1,8 di Ravenna. Per carità, la media italiana è di 0,4 chili, ma Como fa ancora troppo poco. Altro capitolo è quello dei giorni di superamento del limite previsto per le polveri sottili, il cosiddetto Pm10. A Como i giorni neri erano stati nel 2003 ben 65, scesi a 56 nel 2004, balzati a 122 nel 2005, 101 nel 2006 e 93 nel 2007. Anche qui i confronti sono deludenti: la media italiana è stata, nel 2007, di 71,4 giorni, mentre città come Imperia, Ascoli Piceno, Matera, Nuoro, Belluno e Siena hanno superato i livelli di appena, rispettivamente, 2 giorni, 7, 7, 10, 12 e 13. C’è chi, tuttavia, ha fatto peggio: nel 2007 il numero di giorni di superamento del limite per il Pm10 a Siracusa e Massa è stato di 273 e 226

Risorse:

>> La Provincia del 29.8.2008 [PDF] (Città nemica dell’aria: l’Istat declassa il Lario / Ambiente: nella classifica dei capoluoghi Como scivola al 78° posto; Diego Peverelli, assessore all’ambiente: «Ci batte Napoli? E io mi vergogno di essere italiano»; PM10: sempre oltre il limite)
>> Qualità della vita a Como (rassegna stampa)
>> Qualità della vita a Como (indicatori e classifiche)


Como, un lago di cemento?

Sabato 16 agosto, Attilio Romita ha ospitato nella diretta di ^Sabato & Domenica estate^, su Rai Uno, la giornalista Cinzia Boschiero e il presidente di Città Possibile, Lorenzo Spallino. Una decina di minuti dedicati allo scempio in atto sul lago, con interviste e filmati sul ^mostro^ di Acquaseria. Titolo: ^Como, un lago di cemento?^.


L’acqua del mio rubinetto

L’acqua del mio rubinetto

L’acqua che vedete nella foto è quella del mio rubinetto di casa. La bevo da sempre o, meglio, da quando il comune capoluogo, a seguito della progressiva trasformazione del villaggio, da rurale a turistico, lo ha dotato di una rete idrica capillare a cui si sono poi allacciate via via tutte le abitazioni e, noi tutti, del villaggio, abbiamo finalmente avuto ^l’acqua in casa!^ Prima la prendevamo dal lavatoio – in casa avevamo tutti una panca porta-secchi o, alcuni ganci, in una parete della cucina ( in realtà per alcuni era ancora la meijon ) dai quali pendevano i secchi – va prende l’eive! ci dicevano i nonni e noi bambini correvamo al lavatoio dove sgorgava un’acqua chilled al punto giusto, fresca d’estate e calda (rispetto alla temperatura circostante) d’inverno e facevamo a gara a chi lo portava più pieno!

Da allora, una manciata di anni, il villaggio ha cambiato pelle ed ora nelle cucine di alcune sue case ci sono i frigoriferi americani con il distributore dell’acqua artificialmente chilled. nessuno più va al lavatoio, salvo qualche turista che pensa che quell’acqua sia diversa da quella del rubinetto di casa, forse perché, quella che scende dal suo rubinetto di città, non si fida proprio, a berla.Una diffidenza robustamente diffusa lungo tutta la penisola come rilevato dall’ indagine multiscopo sulle famiglie eseguita dall’ISTAT e pubblicata dall’Istituto in “Statistiche ambientali”, annuario 2007 che ci dice che, in media, in Italia, 40,2 famiglie su 100 non si fidano di bere l’acqua del rubinetto. Il dato non è omogeneo su tutto il territorio e, a macchia di leopardo, varia da Regione a Regione ed all’interno delle stesse al variare del numero degli abitanti per comune .

Ma ecco alcuni dati:

  • La classifica delle regioni per numero di famiglie diffidenti, vede in testa la Sardegna con ben 70,6 famiglie su 100 che non si fidano di bere l’acqua di casa, seguita dalla Sicilia con il 65,9 e la Calabria 54,6; se per le regioni del mezzogiorno e per le isole maggiori, che denunciano una secolare grave irregolarità nella gestione dei servizi idrici, ci si poteva attendere una percentuale alta, meno atteso e quindi per un certo verso sorprendente il dato della Toscana: 51,9% e dell’Emilia Romagna:42,1%
  • La percentuale delle famiglie che si fidano è inversamente proporzionale al numero degli abitanti quanto più è piccolo il comune tanto più alta è la percentuale di residenti che si fidano dell’acqua loro erogata dall’acquedotto: è il 25,9% nei comuni sotto i 2000 abitanti, passa al 37,8 nei i comuni da 2.000 a 10.000 ab, fino ad attestarsi al 44,3% nei comuni da 10.000 a 50.000 ab. e si stabilizza su un dato leggermente più basso, 43,0%, per i comuni con popolazione superiore ai 50.000.
  • Le regioni con il numero più basso di famiglie diffidenti? pensate alla Lombardia? Sbagliato! Sono il Trentino Alto Adige con un dato eccezionale: 5,4 per Bolzano e 4,8 per Trento, poi molto distaccate il Friuli-Venezia Giulia con il 16,5% e la Valle d’Aosta con un inaspettato 19,2.
  • E la Lombardia? A fronte di un’irregolarità nell’erogazione dell’acqua lamentata da sole 8,7 famiglie su 100 della stessa zona, a testimonianza di un relativamente buon servizio, ebbene, si dichiarano diffidenti ben 39,6 famiglie su 100!

E voi? la bevete l?acqua del rubinetto?


Como (città) turistica

Como (città) turistica

Domenica 17 agosto 2008, cinema a Como:

Astoria: «Chiusura estiva»
Astra: «Chiusura estiva»
Circolo Arci: «Riposo»
Cinema Italia: «Film per adulti»
Gloria: «Chiusura estiva»

Lasciamo perdere il ^turistica^: forse è il caso di chiederci se questa è ancora una città.


Seggiolini di contrizione

Seggiolini di contrizione

A volte uno si domanda chi scelga i così detti arredi urbani. Il seggiolino che vedete nella foto si trova nel giardinetto con il maggior tasso di PM10 di Como,
in piazza del popolo, all’incrocio tra viale Lecco e via Dante. Se l’avessero fotografato a Guantanamo non avrei colto la differenza di utilizzo.