1′ Festa del Parco Valle del Cosia
Al Ponte dei Bottini il 1° Novembre
per visualizzare la locandina clicca quì
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Riprendo e metto nero su bianco le riflessioni fatte all’incontro di Lora del 4 novembre 2011:
1 Partecipazione: L’articolo 1 dello Statuto della Città Possibile di Como cita i termini ‘Ecologia urbana e cittadinanza attiva’. Siamo nel 1994 e, quando nessuno ancora ne parla, l’associazione sperimenta sul campo la ‘partecipazione’, lavorando soprattutto con i bambini nelle scuole sui loro spazi, i cortili e i giardini delle scuole, riprogettandoli insieme e realizzando le idee con l’aiuto di genitori e insegnanti. Stessa esperienza, ad un livello più esteso, con il Ponte dei Bottini e il Parco della Valle del Cosia. Ovvero la partecipazione dal basso. Successivamente la nostra esperienza passa attraverso Agenda 21, il primo esperimento di partecipazione ‘istituzionale’, ricordo che nasce dalla conferenza di Kyoto e dalla carta di Aarlborg (a cui per altro aderisce anche Como, sindaco Botta). Sappiamo come è andata a finire: tutto l’appassionato e competente lavoro dei soggetti partecipanti, sfociato nelle 67 schede d’azione, affossato e messo nel cassetto da un’Amministrazione che in realtà non aveva nessuna intenzione di avviare reali processi partecipati. Poi arriva la nuova normativa urbanistica regionale e ognuno (in teoria) può dire la sua su PGT e Piani Attuativi attraverso le procedure di VAS. Ma qui il tiro si alza e chi può realmente partecipare? Grazie alle nostre competenze che nell’associazione riuniscono architetti, avvocati, sociologi e agronomi, riusciamo a fare proposte per il PGT, sotto lo slogan ‘vogliamo una città da fiaba’ sui nostri temi principali, il verde e il Parco Valle del Cosia, la mobilità dolce e la ciclabilità, i lavatoi comaschi e il tema dell’acqua. Ma ci fermiamo qui, perchè dopo la VAS dell’ex S.Anna, in cui riusciamo ad avere un certo seguito, non abbiamo più le forze e le possibilità di seguire tutte le VAS che si sono succedute sui Piani Attuativi in itinere. Allora la proposta è: ritroviamo nuove modalià di partecipazione dal basso, su temi locali.
2 Lungolago paratie ed esondazioni: concordo con tutto quanto è stato detto dai candidati, in particolare sulla rinegoziazione con Sacaim e con la Regione per portare a termine l’opera limitando i danni, e rimango della mia idea originale, quella della totale inutilità dell’opera idraulica (sì invece a un intervento leggero di riqualificazione della passeggiata) e rivendicando la ‘poesia del lago in piazza’, evento eccezionale che, come una forte nevicata, è una sorta di rivoluzione, blocca il traffico, porta il silenzio in città, e ci costringe a fermarci e riflettere sul nostro modo frenetico di vita. Un pensiero che può suonare romantico ma che vuole riportare al centro la natura e i suoi eventi. E, in fondo, un’esondazione non fa gravi danni, che comunque vengono ripagati dalle assicurazioni.
3 Mobilità e traffico: nei programmi dei due sindaci di centro destra c’era la volontà espressa di ridurre il numero di auto circolanti in città, ma tra il dire e il fare niente si è fatto, né in termini di trasporto pubblico né di mobilità dolce e ciclabilità, se escludiamo qualche timido intervento di Moderazione del Traffico realizzato dal mio amico Piero Lorini. Allora l’obiettivo deve essere sempre quello, riduzione graduale del numero di auto circolanti in città, anche in periferia, e sul come fare è stato detto bene dai candidati, con una politica della sosta rigorosa, con il potenziamento del trasporto pubblico, con l’estensione delle ZTL, con il favorire gli spostamenti in bicicletta. Ha ragione Guido Viale quando parla di ‘morte dell’automobile’ intesa per come la usiamo oggi, in modo stupido; e quindi dobbiamo smetterla di rincorrere una domanda sempre crescente, di spostamento e di sosta con l’auto (ho sentito un sindaco di un comune limitrofo dire “ dobbiamo fare i parcheggi di 3 metri per 6 perchè se no non ci stanno i SUV” … demenziale!) e renderci conto che non si tratta solo di inquinamento dell’aria e relativi danni alla salute ma anche di spazio rubato (soprattutto agli utenti più deboli della strada) e tempo rubato. E infine non dimentichiamoci il problema dell’incidentalità, che, seppure in lento miglioramento grazie ad auto più sicure e soccorsi più efficienti, fa ancora morti e feriti (il 75% in aree urbane) fra gli utenti deboli, pedoni ciclisti. E su questo tema c’è ‘Visione 0’, una politica complessiva che mette al centro la Moderazione del Traffico (sperimentata dalla Svezia, dalla Svizzera, e promossa in Italia dalla Città Possibile di Torino) che mira a ridurre a zero le cause dell’incidentalità così come si fa per il trasporto aereo o ferroviario.
Alberto Bracchi
“comunicare ai suoi abitanti (donne e uomini, adulti e bambini, giovani e anziani) gioia di abitare, piacere di appartenere a un luogo e a una comunità, possibilità reali di scegliere il proprio ritmo ….. diffondere questo messaggio culturale attraverso realizzazioni concrete che riguardino la sistemazione e la gestione di spazi verdi, il migliore uso delle aree scolastiche, la realizzazione di nuove condizioni di sicurezza e vivibilità nelle strade, la creazione di nuove occasioni di incontro e di convivialità. “
Alcune rappresentanti dell’associazione culturale Erodoto hanno invitato La città possibile como ad inserire il tema del Parco Valle Cosia nella mostra da loro curata e organizzata, Genius Loci- Lo spirito dei luoghi, ora presentata e visitabile fino al 24 ottobre presso lo splendido ( da solo vale il passaggio) Chiostrino di S. Eufemia – Piazzolo Terragni in Como.
Non sarete tra gli assenti, vero?
Siamo soltanto a 3 chilometri 234 metri dal centro di Como, come dice una targa sul muro. Qui tutto parla – i muri, le case, gli alberi e, soprattutto, l’acqua – e, a chi li sa ascoltare, racconta come eravamo e da dove veniamo. In questo angolo di città scampato alla cementificazione, e anche agli scarichi delle industrie tessili che poche centinaia di metri più a valle rendono lo stesso corso d’acqua maleodorante e a volte anche multicolore, si concentrano, in pochi chilometri quadrati, tanti segni del nostro passato. E altrettanti tesori del costituendo Parco della valle del Cosia, fin qui tenacemente difeso dall’associazione la Città possibile e solo recentemente riconosciuto dal Comune di Como, che ha avviato il lungo iter per farlo diventare un’area protetta. Ricapitoliamo le preziose tracce della Como contadina, prima di incamminarci alla loro ricerca: l’ultimo mulino, alberi di gelso che per più di cent’anni hanno sfamato i bachi da seta che a loro volta davano da mangiare a tante famiglie comasche, e poi opere secolari della natura (le cosiddette marmitte dei giganti) e dell’uomo (una chiesetta seicentesca), per non parlare delle orme di due grandi comaschi, che hanno illuminato le menti e i cuori della gente. Uno è, ovviamente, Alessandro Volta (1745-1827), inventore della pila e non solo, l’altra Giovannina Franchi (1807-1872), fondatrice delle suore infermiere dell’addolorata e dell’ospedale Valduce. Sotto i loro numi tutelari comincia il nostro cammino, dal piazzale di Camnago Volta, dove si ferma il bus, o si può lasciare l’auto: alle spalle la casa in cui Giovannina Franchi «trascorse la limpida giovinezza», sulla sinistra l’ultima proprietà dei Volta in zona (una villa che, a causa di un’eredità contesa, ha conosciuto un lungo periodo di abbandono), davanti a noi la «Passeggiata voltiana». Quest’ultima è il primo e più battuto tratto dell’itinerario che ci viene proposto da Marco Castiglioni e Ines Angelillo della Città possibile, nonché la “porta d’accesso”, con i suoi 1970 metri di percorso in piano lungo la ex via del tram, al più vasto Parco della Valle del Cosia, fatto di 187 ettari di verde, 11 chilometri di sentieri e 7,5 di corsi d’acqua, compresi tra i comuni di Como, Tavernerio, Albese e Albavilla. Dopo poche decine di metri, alla radura dei gelsi, usciamo del percorso convenzionale, tagliando a destra attraverso le balze su cui, grazie ai volontari e agli studenti dell’Istituto agroambientale di Albese, sono tornate a crescere le viti “maritate” con i susini, che fanno da sostegno ai tralci, secondo la tradizione contadina di queste zone coltivate fino agli anni Sessanta. Si sbuca in via Clerici, la strada che porta in località Campora, dove sorge la villa di Volta. Ma, prima, vale la pena di tornare indietro di qualche metro per visitare il suo mausoleo. Colpisce il fatto che, passati quasi due secoli durante i quali il mondo è diventato sempre più frenetico, «Campora sia (ancora) una campagna distante solo un’oretta di passeggio da Como, ma solitaria», come scriveva lo scienziato nel suo epistolario. Fu proprio questa frase a spingere la famiglia, presente a Camnago dal 1546, a seppellirlo qui. E, vista l’importanza del personaggio sottolineata dalle numerose targhe affisse da ammiratori e discepoli di tutto il mondo, nel 1863 l’allora comune di Camnago San Martino, poi accorpato a Como nel 1943, passò alla denominazione attuale.
Tagliando ancora per i prati, attraverso l’unico passaggio lasciato dal guardrail al lato della strada, si scende fino a via Navedano per vedere, purtroppo solo dall’esterno, un altro pezzo di storia della nostra città: il Mulino Beretta, già attestato nel catasto teresiano del 1720, e rimasto in funzione fino al 1983. Dentro le macine sono ancora intatte, ma è fermo da anni un progetto per riaprirlo a scopo didattico. Risalendo la roggia molinara che un tempo faceva girare la ruota di questo e di altri mulini, si arriva alla villa dove Volta trascorreva l’estate e l’autunno, intrattenendosi amabilmente, narrano le cronache, con i contadini del luogo. Prendendo a destra, si scende al ponte di Campora, dove il Cosia è accessibile e si può persino pescare. Sulla sinistra, invece, si imbocca via Ravanera, che attraversa l’omonimo borgo rurale e conduce alla chiesetta di San Francesco, nella quale, quando è aperta, si può ammirare un dipinto seicentesco del “poverello di Assisi”. Sarebbe bello proseguire lungo il sentiero sul lato destro della chiesa: attraversando campi abbandonati, dove un vecchio spaventapasseri è inghiottito dalla vegetazione, si può arrivare alle forre, profonde cavità create dall’acqua lungo il letto del torrente. Ma l’incuria, attualmente, lo rende poco praticabile. Meglio deviare prima, sulla sinistra, per vedere da sotto la cascata dei bottini, che precipitando da un dislivello di 8 metri ha scavato le cosiddette “marmitte dei giganti”. Sopra passa il Ponte dei bottini, fulcro della Passeggiata voltiana ricostruito nel 2002 dalla Città possibile. Lo si attraverserà al ritorno, imboccando la vecchia linea del tram a ritroso da Solzago. In un paio d’ore abbiamo fatto un viaggio in 10 tappe nella Como preindustriale. Ma è solo l’inizio: per rimanere aggiornati sul progressivo recupero dei sentieri e sulle iniziative organizzate dai volontari, si consiglia di visitare periodicamente il blog dedicato (http://parcodelcosia.blogspot.com).Pietro Berra
L’ idea é : il PLIS Parco valle del Cosia
L’ostacolo alla sua attuazione: l’inerzia delle giunte che si sono succedute negli ultimi 15 anni ad attivarsi per la sua istituzione.
L’idea
L’ostacolo
La sorpresa
Ne é passata di acqua sotto il Ponte di S. Martino! Speriamo non ne debba passare altrettanta prima di poter vedere, presso lo stesso ponte, un bel cartello che indichi la via per il parco!
Valle del Cosia, primo passo per la definizione del parco
La Provincia, 5 luglio 2010
COMO – Il consiglio comunale di Como ha messo la prima pietra virtuale per la costituzione del “Parco locale di interesse sovracomunale nell’area della valle del torrente Cosia”. Primo passo perché adesso bisognerà bussare agli altri comuni, cioè ad Albavilla, Albese e Tavernerio per fare in modo che approvino una delibera analoga e che poi si avvii la procedura. L’idea è del Pd che ha presentato la delibera con come primo firmatario il capogruppo Luca Gaffuri. La delibera approvata di fatto avvia le procedure e da atto che «in fasi successive saranno assunti le formali determinazioni e gli adeguati procedimenti che conducano all’istituzione, al mantenimento e alla gestione del parco locale di interesse sovracomunale e al conseguente riconoscimento da parte della Provincia di Como e della Regione Lombardia».
Il recupero della valle del Cosia è partito dalla via del tram, 1970 metri di percorso pianeggiante nei boschi tra Camnago e Solzago, dove fino agli anni ’50 passava il tram per Erba, che non ce la faceva ad affrontare la strada troppo ripida. Il primo risultato è stato, nel 2002, la ricostruzione del ponte dei bottini, che passa sopra l’omonima cascata del torrente di Ponzate. La Città Possibile è da anni impegnata in attività di valorizzazione della zona e in iniziative di sensibilizzazione proprio per chiedere che diventasse un parco a tutti gli effetti. Un parco di 187 ettari di verde, 11 chilometri di sentieri e 8 di corsi d’acqua.
Il tutto a poche centinaia di metri in linea d’aria da piazza Duomo. E poi, la pendenza del 4 per cento che caratterizza il percorso principale, la «Passeggiata voltiana» da Camnago Volta a Solzago, lo rende accessibile anche ai disabili. Tra i gioielli che si incontrano lungo il percorso c’è anche l’ultimo mulino di Como, in via Navedano.
Domenica 1 novembre, tutto il giorno alla Radura del Ponte dei Bottini la festa per un “Parco della Valle del Cosia”. Con polenta e stracchino, caldarroste, vin brulé, “Musica Spiccia” e … Vi aspettiamo!
La radura del Ponte si trova lungo la “Linea del Tram” accessibile da Camnago Volta o da Solzago.
Qualche tempo fa avevamo lanciato sul nostro sito cinque azioni per migliorare, da subito, la qualità della vita a Como. Cinque piccole mosse che non richiedono grandi risorse ma soltanto un impegno forte e, soprattutto, la convinzione che le cose possano cambiare. Per noi, per i nostri figli, per tutti. Ne avevamo inizialmente individuate due (parco della valle del Cosia e lavatoi).
In vista delle osservazioni preliminari al Piano del Governo del Territorio, ne abbiamo aggiunta una (mobilità ciclabile) e il 28 settembre 2009 abbiamo protocollato presso Comune di Como il documento dal titolo ^Suggerimenti e proposte de La Città Possibile Como al redigendo Piano di Governo del Territorio del Comune di Como, ai sensi dell’articolo 13, c. 2, della legge regionale n. 12 del 2005^.
30 pagine e 16 tavole in formato A3: un lavoro importante e complesso, che abbiamo cercato di rendere il più comprensibile possibile: il documento è oggi disponibile nel testo integrale (tavole comprese) sul sito di Città Possibile.
Ne parleremo l’11 novembre all’Osteria del Gallo, ore 21:00, quando lo presenteremo alla città.
Siete tutti invitati.