Scelte, opportunità, decenza: quando Parolario diventa una passerella.

Scelte, opportunità, decenza: quando Parolario diventa una passerella.

Stemctost pubblica il 30 luglio scorso il pezzo “Se Parolario riabilita la fedina penale“dedicato alla partecipazione del senatore Marcello Dell’Utri a Parolario, il 30 agosto 2010. In quell’occasione il senatore intratterrà i presenti sui così detti Diari di Mussolini. L’autore del post si chiede come sia possibile che un soggetto condannato, tra le altre cose, a sette anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e che ha pubblicamente ammesso di utilizzare la politica come protezione dai suoi problemi giudiziari, possa partecipare a una manifestazione letteraria trattando, peraltro, un tema (quello dei Diari di Mussolini) di cui é stata più volte appurata la falsità. La stampa comasca non ha trattato la questione. Pubblichiamo in queste pagine un piccolo sondaggio: ci piacerebbe sapere cosa ne pensate.


Buone notizie anche a Como. Viale Geno finalmente ai pedoni?

Buone notizie anche a Como. Viale Geno finalmente ai pedoni?


Perché essere sempre pessimisti? Anche a Como – dove abbiamo un lungolago dei più belli di Lombardia e più vergognosamente invivibile nei giorni festivi – pare ci siano spiragli di luce. Una volta tanto una buona notizia: Viale Geno senza auto, primo sì. Ok dalla giunta. Deciderà il sindaco se la strada sarà pedonale in estate [La Provincia 16 aprile 2010].

Viale Geno riservata ai pedoni da metà maggio a metà settembre. La proposta, frutto del lavoro degli assessorati comunali alla Viabilità, al Turismo e al Commercio, è stata presentata ieri in giunta a Palazzo Cernezzi e ha incassato un primo sì. Erano stati gli stessi commercianti della zona, d’altra parte, a suggerire (con una lettera recapitata nelle scorse settimane in Comune) di adottare il provvedimento nei mesi più caldi dell’anno. L’ipotesi verrà ulteriormente approfondita lunedì prossimo, quando il sindaco Stefano Bruni incontrerà gli esercenti della zona. Nell’occasione i temi sul tavolo saranno due: i disagi per chi gestisce un’attività legati al secondo lotto del cantiere delle paratie, appena partito (è stata posizionata una rete metallica e la sede stradale nel primo tratto risulta dimezzata), ma anche i dettagli relativi proprio alla proposta di pedonalizzazione. Dopo il faccia a faccia tra sindaco ed esercenti, quest’ultimo argomento tornerà nuovamente in giunta per il via libera definitivo. «L’idea è stata accolta positivamente già nella riunione di oggi (ieri, ndr) – ha spiegato l’assessore alla Viabilità Stefano Molinari – Ho presentato le linee generali e lunedì prossimo entreremo più nello specifico. La nostra intenzione, comunque, è quella di riservare viale Geno ai pedoni da metà maggio a metà settembre, chiudendola al traffico per tutta la giornata al sabato e alla domenica, mentre a partire dalle ore 20 nel resto della settimana. Ci sarà una navetta che percorrerà tutto il viale, ne abbiamo già parlato con Asf – aggiunge Molinari – mentre un altro mezzo farà la spola tra il parcheggio Spt di via Castelnuovo e piazza Matteotti, per fare in modo che i cittadini e i visitatori lascino la macchina fuori dal centro». […].
Michele Sada

Vediamo se ci riescono.


C’é un nuovo ragazzo in città

C’é un nuovo ragazzo in città
Allinea a destra

Sta arrivando la primavera, forse arriveranno le rondini ….
Intanto il panorama sociale cittadino si arrichisce di un nuovo blog.
Guido Rovi, giovane comasco a noi noto per la sua proposta “+ tavoli nei parchi pubblici“, ora rilancia con un blog dal nome promettente: ” Cambiare Como “.
Come si usava fare nei villaggi, si invita e poi si rende visita al nuovo arrivato.
Il post di battesimo é in piena sintonia con le proposte de La città possibile como, è bello trovare un nuovo compagno di strada!
Auguri a Guido, che il suo blog abbia la curiosità e l’energia e l’intelligenza di un ragazzo che guarda la città con occhi nuovi!


Il destino di un albero

Il destino di un albero


Ogni volta che percorro via Grandi, il mio sguardo, ora che la Ticosa é stata demolita, corre via veloce dalla desolazione del luogo, oltrepassa le auto del parcheggio e si posa con sollievo sulle cupole del cimitero e poi, si accerta che, lui, l’albero solitario e tenace sia ancora lì, al margine del piccolo parcheggio antistante il cimitero, solo ed in precaria posizione, a sfidare i venti ostili della città.
Quale sarà il suo destino? Chissà se, il poco noto ai più, progetto di costruzione dell’area ex- Ticosa, gli farà la grazia di tenerlo in vita o se, lo considererà solo un ingombro, un disordine, una macchia al disegno del luogo che architetti ed ingegneri hanno ideato, così come é accaduto per il cedro di Piazza Verdi?
Certo, il destino di quest’albero è l’ultima delle preoccupazioni della giunta Bruni, tutta impegnata com’é a decidere ben altro destino, quello sempre più aggrovigliato dell’area Ticosa, divenuto, a sua volta precario, dopo le recenti rivelazioni, taciute nel periodo elettorale, sulle perplessità e le critiche avanzate dalla Multi Developments, la società che dovrebbe ricostruire il quartiere, all’amministrazione comunale, per l’eccessivo allungarsi dei tempi necessari al completamento del procedimento amministrativo e della bonifica dell’area che, a distanza di oltre due anni e mezzo dalla demolizione, non é stata ancora avviata.
Adottiamo dunque questo cipresso, silente testimone della manifesta incapacità di questa giunta a mantenere le promesse elettorali e ad amministrare al meglio Como.
Adottiamolo e dedichiamolo al dott. Mario Lucini, che con uguale tenacia e resistenza ad ogni sorta di corrente, presiede la commissione urbanistica del nostro povero Comune


A chi fa gola l’ex scuola all’aperto di Via Binda?

A chi fa gola l’ex scuola all’aperto di Via Binda?

Troppo spesso ce lo dimentichiamo, ma noi, cittadini di Como, siamo titolari di un patrimonio di tutto rispetto. E’ probabile che ce ne dimentichiamo perché non ci è chiaro il suo ammontare, non conosciamo quali siano i beni di nostra proprietà né dove siano ubicati: ne abbiamo insomma un’idea vaga e, purtroppo , coloro che abbiamo chiamato ad amministrarli non ci aiutano a sollevare la nebbia in cui sono avvolti, quando basterebbe un click su un data base e tutto il patrimonio immobiliare del Comune potrebbe apparire in chiaro, con schede dedicate in modo tale da averne un quadro preciso. Non è in fondo quanto ci aspettiamo da un buon padre(una buona madre) di famiglia? Come altrimenti gestirlo al meglio se tutto non è a disposizione del giudizio di ognuno? In che stato versa questo patrimonio, a quanto sono locati i beni ed a chi? come procedono le manutenzioni ordinarie e straordinarie? senza troppa fatica, un cittadino che ne avesse l’uggia, dovrebbe poter consultare tale elenco e farsi subito un’idea di come il suo patrimonio viene amministrato, e controllare ad esempio che non ci siano locazioni a prezzi di favore agli amici degli amici od altre cose poco chiare.

Questo data base permetterebbe anche di capire meglio le scelte dell’amministrazione quando decide di alienare un bene, di capire quando insomma decide di alienare tanto per far cassa o per altri disegni, o invece perché la gestione di tale bene è diventata insostenibile. Ora il governo Berlusconi ha inserito nel D.L. 25 GIUGNO 2008, N. 112, l’articolo 58 (Ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di regioni, comuni ed altri enti locali) un articolo che dà il via ad un preoccupante piano delle alienazioni immobiliari di proprietà dei vari enti locali. Ogni comune , sulla base e nei limiti della documentazione esistente presso i propri archivi e uffici (sob, sob, sob! in quale stato versa tale documentazione?) individua i singoli beni immobili non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, che, inseriti nel piano di dismissioni, diventano patrimonio disponibile. Il che è preoccupante perché molti comuni non hanno ancora redatto il loro PGT e non si capisce quindi come possano procedere all’alienazione di determinati immobili prima di aver ad esempio redatto il proprio Piano dei Servizi. Il tutto mentre da più parti cominciano a sollevarsi dubbi sulla legittimità costituzionale della disposizione.

Ma torniamo a Como. Cosa bolle nella pentola della nostra amministrazione? A saperlo! Voci di corridoio vorrebbero che la Giunta Bruni abbia dato avvio ad una prima ricognizione di alcuni beni suscettibili di finire in tale elenco. Si sa da notizie di stampa, che il Comune ha difficoltà a reperire i fondi anche per l’ordinaria amministrazione( semafori e pensiline rotte ecc, ecc,) non paiono quindi prive di fondamento le voci che parlano di un elenco di almeno 5 beni pronti ad essere venduti. Uno di questi parrebbe essere l‘ex scuola all’aperto di Via Binda. Forse non la conoscete ed è un peccato perché merita la nostra attenzione.

Eccone brevemente e per sommi capi la storia. Correva l’anno 1925 quando il comune di Como acquistava con atto n. 11927 rogitato presso il notaio Gaetano Maspero, dai Sigg Arturo ed Ettore Pozzi alcuni appezzamenti di terreno ai mappali 1010-2308-2871- del comune di Como, per una superficie complessiva di 4290 metri quadri, in località Garzola Inferiore , con lo scopo di costruirvi una “scuola all’aperto” per bambini e ragazzi con problemi di salute.Il luogo era particolarmente idoneo ad una scuola all’aperto perché posta sotto la collina di Brunate, in posizione solatia, lontana quanto basta dalla città ed immersa nel verde. Fu quindi costruito un edificio principale e la scuola iniziò la sua attività. Verso la fine degli anni 50 fu costruito un secondo corpo più ampio, ed un’abitazione per il custode. Con gli anni la città è cresciuta e la scuola si è trovata via via circondata da ville e abitazioni, ma ha mantenuto intatto il suo parco; da una quindicina d’anni non è più utilizzata come scuola ed è stata data in affitto ad un’associazione di Boy Scout.

Perché venderla? Se l’attuale giunta non sa prevederle un futuro diverso da quello che le verrebbe dato da un privato che la vede, anche grazie all’aumento di edificabilità di cui potrà godere, come un ghiotto boccone per un’ottima speculazione immobiliare, siamo capaci noi proprietari di questo bene di trovare una soluzione meno scontata ed immaginare per lei una seconda vita di cui andare fieri? Se volete andare a vedere dov’é e come sta (benissimo!) approfittatene per fare una passeggiata lungo la scalinata che la costeggia, quella che da Via Binda, angolo via Gorizia porta alla Strada per Brunate.

Eccovi intanto qui alcune foto e la mappa per trovarla.

Risorse:
Al vaglio cinque immobili. La Città Possibile: «Ma non alienate via Binda»
Logo Acrobat: indica che il documento è in formato PDF La Provincia 2.12.2008