Piccola città
Foto by Pozzoni Carlo
Inaugurato il nuovo autosilo dell’Ospedale Valduce in viale Lecco. Al di là delle evidenti problematiche di tipo viabilistico relative a ingressi/uscite, l’intervento di presenta dignitoso. Piacevole il recupero delle rovine di epoca romana. Affascinante la possibilità di goderne sia attraverso il passaggio viale Lecco – via Dante, sia a raso attraverso percorsi pedonali. Domenica sera. Molta gente. Qualcuno in cassa, molti solo per godersi lo spettacolo, tutti evidentemente orgogliosi del recupero. Se si confronta l’illuminazione scelta per l’intervento con quella pubblica in città, municipio compreso, il risultato é impietoso. Ore 18:00: impossibile accedere al percorso a raso. Una signora fa presente che l’orario di accesso é terminato. Alle 18:00 di Domenica? Giornale dello stesso giorno: L’autosilo teme i vandali. Passaggio chiuso la sera. Troppo alto il rischio di vandalismi, dice il direttore generale del Valduce, Nicola De Agostini, che afferma
Nelle ultime ore abbiamo discusso a lungo del tema e l’unica soluzione sensata ci sembra quella di sbarrare gli ingressi da entrambi i lati, posizionando dei cancelli che verranno chiusi in serata. In questo modo riusciremo a scongiurare intrusioni sgradite o vandalismi da parte di malintenzionati.
A parte le generiche e rituali espressioni ^intrusioni sgradite^ (?) e ^malintenzionati^, il giornalista preme sul tasto vandalismo, evidenziando (con involontaria comicità) come “l’allarme vandali fosse già emerso […] durante la cerimonia di inaugurazione”, quasi che il problema si fosse evidenziato in ragione del comportamento poco istituzionale dei presenti alla cerimonia. E forse era anche così. Ma quello che fa specie, e che davvero caratterizza nel peggio questa città anche quando ha momenti di eccellenza, é l’incapacità di individuare soluzioni alternative al classico ^chiudere tutto^. Abbiamo (hanno) chiuso i cancelli della biblioteca, abbiamo (hanno) chiuso le Ferrovie Nord il giorno di Natale tra un treno e l’altro con simpatica espulsione di due signore non più giovanissime che avevano la sola colpa di avere parenti non in sincronia con il treno, abbiamo (hanno) declamato per anni la chiusura dei giardini a lago come unica soluzione al problema barboni, abbiamo (hanno) eretto un muro sul fronte lago per evitare due esondazioni all’anno se va bene. Chiudere, chiudere, chiudere. La sola risposta che siamo in grado di dare. In un posto civile che non sta su Alfa Centauri ma che ha coordinate 46°10′0″N 9°52′0″E e di nome fa Sondrio, é possibile utilizzare i bagni dell’autosilo posto sotto la piazza principale digitando il numero riportato sul ticket d’ingresso. In questo modo, incrociando i dati orari con le telecamere all’ingresso, é ovviamente possibile risalire all’utilizzatore in caso di problemi. Questo per un servizio igienico. Da noi si parla di resti di terme romane del I°/III° secolo d.C. Non meritiamo un trattamento quantomeno analogo? De Agostini é una persona sensibile e attenta. Da lui, a differenza dei suoi dirimpettai dall’altro lato di viale Lecco, ci attenderemmo qualche cosa di più.
* Piccola Città (titolo originale Our Town) è un’opera teatrale di Thornton Wilder del 1938 e, anche, un’amara canzone di Francesco Guccini.
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