Como: una città triste a misura di traffico
Una città triste a misura di traffico. Biciclette e gioco non trovano spazio
La Provincia del 22 settembre 2008
Una città triste a misura di traffico. Biciclette e gioco non trovano spazio. Oratori esclusi, ecco l’identikit di chi vive bene a Como: maschi, adulti e motorizzati. A Como che va in bicicletta non ha vita facile
Como non sa dare uno spazio ai ragazzi per giocare a pallone. È l’impietosa analisi di qualche giovane parroco della città, confermata dall’assessore alle Politiche giovanili, il leghista Maurizio Faverio, che ammette: «Se scomparissero gli oratori non resterebbe granché ai ragazzi». Il tema è quanto mai attuale, visto il recente episodio accaduto in piazza Cacciatori delle Alpi: tre studenti del Liceo Gallio multati sabato dai vigili perché tiravano calci a un pallone. Ma questo è il risultato di una città fatta a misura di traffico. E non è un caso se dal Politecnico è stato pubblicato l’esito di uno studio che mostra quanto e come le strade cittadine siano pericolose per chi va in bici. Lorenzo Spallino, ideatore e presidente dell’associazione Città Possibile Como, di fronte a questa invivibilità, esprime un sintetico ma chiaro commento: «Dal punto di vista politico c’è ben poca attenzione verso tutto ciò che non è il cittadino maschio, adulto e motorizzato».
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