Agenda 21. Toc toc. C’è qualcuno?

Scrive un lettore a La Provincia (3 gennaio 2009, Lettere, pagina 55)

Con il nuovo anno risorgerà Agenda 21?
Ma … Agenda 21? Non so rispondere alla domanda che una conoscenza mi pone sapendo che “in passato” vi ho partecipato. Mi chiedo: come mai mi si insegna di Agenda 21 all’Università dell’Insubria (facoltà scienze del turismo) e poi proprio qui a Como… Non so davvero cosa rispondere. Che amministratori o politici tacciano, lo puoi mettere in preventivo. Ma mi fa specie di essere l’unico indignato della situazione dei 144 che hanno lavorato ai 66 progetti. E mi par fin fantastico che a 44 enti dopo aver inviato-prestato uno o più rappresentanti, vada bene così. Potrebbe pure venire il sospetto che anche la “Big Pause” di Agenda 21 sia irreale, una invenzione, letteraria. Auguri. Che il nuovo anno veda nominato (finalmente) il nuovo presidente di Agenda 21. Intendiamoci, e credo proprio di rappresentare tutti se affermo: ci va benissimo rinominato anche “il vecchio” di presidente.
Maurizio Menegon, Como

Ovviamente condividiamo: a noi non ^non va bene^ e lo abbiamo più volte segnalato, scritto e detto ai diretti interessati. Ma l’assessore D’Alessandro è, altrettanto ovviamente, ^in altre faccende affaccendato^. Ma se è impegnato, perché non molla?


Comune di Como… gli uffici sono chiusi

Comune di Como… gli uffici sono chiusi

Como, lunedì 5 gennaio. Ho necessità di mettermi in contatto con un ufficio del comune di Como, e, sapendo di dover superare le forche del “schiscia il butun du se ta veut parlà in cumasch ” mi armo di pazienza e mi accingo a sentire tutta la cantilena della risponditora automatica…. tempo sprecato perché dopo tutto il giro di valzer la voce mi comunica che gli uffici sono chiusi. Oggi,6 gennaio, il quotidiano La Provincia ci informa della rabbia di molti cittadini che, recatisi in Municipio, hanno trovato le porte chiuse … Non hanno pensato che fosse un lunedì anomalo, o meglio non hanno pensato che fosse anomalo che un ufficio pubblico potesse essere aperto in un giorno “ponte” tra due festività. Deve averlo invece pensato l’assessore Cenetiempo, che a giustificazione della decisione da lui presa, osserva:

Ma abbiamo creduto che non fosse il caso di far lavorare i dipendenti comunali dell’anagrafe anche in questa giornata quando tutti gli altri impiegati normali non lavorano. Ci sembrava eccessivo.

Sembrava loro eccessivo? E perché mai, di grazia? E ancora: chi sono “tutti gli altri impiegati normali”? Di certo questa scelta è palesemente in contraddizione con quanto solennemente auspicato dal sindaco Bruni nel suo discorso augurale ai dipendenti del Comune:

La strada intrapresa va nella direzione di una normalizzazione di un comparto spesso terreno di privilegi- il 2009 sarà un anno che vedrà molti lavoratori rischiare il posto di lavoro per la crisi ma che invece porrà quelli del pubblico impiego in una posizione di privilegio. Per questo occorre un ancor maggiore senso di responsabilità per migliorare l’efficienza dei servizi.

Parole sante!Rimane un’ultima considerazione da fare: come è stata data l’informazione della chiusura degli uffici? Attraverso una nota stampa ed in effetti su La Provincia del 5 gennaio c’è un riquadro in merito a pag 13. E sul sito di Palazzo Cernezzi?: l’informazione non c’è, né in evidenza nell’home page, né alla voce “le news del Comune” . Nessuna notizia in merito alla chiusura degli uffici. Perché far arrabbiare i cittadini anzitempo?


1, 10, 100 Como: la città che verrà

1, 10, 100 Como: la città che verrà

Come immaginiamo la Como del futuro? Non quella raccontata dagli uffici stampa né quella dei giornali. E neppure quella, a brevissimo termine, della politica. Ma quella concreta, ineluttabile, che attende i nostri figli. La Città Possibile ha organizzato quattro incontri
chiamando alcune persone a riflettere a voce alta sugli scenari che i dati in loro possesso prefigurano oggi. A loro è stato chiesto di non appuntarsi sulle criticità attuali, di non fornire soluzioni preconfezionate, di non disegnare scenari ideali, di non allontanarsi da questa città. Scoprite 1, 10, 100 Como sul sito di Città Possibile.

Memo: tutti gli incontri si tengono presso l’Osteria del Gallo, via Vitani 16, Como, con inizio alle ore 18. Le date sono 13 febbraio 2009, 6 marzo 2009, 3 aprile 2009 e 8 maggio 2009.


Vi piace o presepe ? …. di Don Attilio a Bergamo?

Vi piace o presepe ? …. di Don Attilio a Bergamo?

No, questo non è quello allestito nella chiesa di Santa Lucia, a Bergamo, è solo uno dei tanti presepi in vendita in questo periodo nei negozi equosolidali ( questo è ripreso nel negozio di via De Tillier ad Aosta) e, come di rigore, espone Gesù Bambino nella sua culla di paglia dove, il rito vuole venga posto, alla vigilia di Natale. Già, il rito, la tradizione, forse hanno reso questo gesto scontato. Gesù Bambino arriva, come ogni anno come i doni, l’albero, la tombola ed i chili di cibo ingurgitato.
Don Attilio, parroco della chiesa di Santa Lucia di Bergamo, questo Natale, ha deciso di non ripetere pigramente il gesto ed ha lasciato vuota la culla. e nella sua omelia, pubblicata da L’Eco di Bergamo, spiega così la sua scelta:

È la strada dell’Amore quella che il Dio che si fa Carne indica ad ogni uomo e ad ogni donna; e l’Amore non lascia mai fuori nessuno – anche se sceglie – non emargina, non rifiuta di accogliere, non dice di non avere tempo, non inventa scuse, non si nasconde dietro la paura del diverso da me. È per questo motivo che il nostro presepio quest’anno avrà la culla vuota: «Venne tra i suoi, e i suoi non lo riconobbero». È una provocazione per interrogare la nostra vita. Oggi è Natale, ma è davvero Natale per il mio cuore? Posso dire di essere capace di accogliere quel Bambino che viene dentro la povertà di una grotta, se non sono capace di accogliere ogni giorno chi bussa alla porta del mio cuore? La culla rimane vuota, per sottolineare la nostra responsabilità verso il mondo,il mondo che è nella guerra delle armi e il mondo che è nella guerra del benessere sprecone: nessuno può chiamarsi fuori, perché altrimenti paradossalmente Dio potrebbe rimanere l’eterno assente dalla mia vita nonostante le mie parole e i miei gesti siano imbevuti di religiosità….

Un gesto importante, coraggioso, forte, che ha suscitato non poche reazioni, tra cui quelle ( ben 177) inviate a commento dell’articolo che il 27 dicembre su La Repubblica ne dava notizia.
E voi, cosa ne pensate?


Calderoli vs. Tettamanzi, Tettamanzi vs. Calderoli

Moschee, Calderoli attacca Tettamanzi
“Ultimo baluardo del cattocomunismo”

Durissimo il commento del ministro alle parole dell’ arcivescovo di Milano sul bisogno di “luoghi di preghiera” nei quartieri per chi appartiene a religioni diverse da quella cristiana, in particolare all’Islam.

Moschee, Tettamanzi attacca Calderoli
“Ultimo baluardo dell‘ignoranza”
Durissimo il commento dell’ arcivescovo di Milano alle parole del ministro sul fatto che “il comunismo sconfitto dalla storia ritrova bandiere ideologiche proprio tra uomini di Chiesa”. Il cappello d’asino è scomparso da tempo ma forse è ora che ritorni, chiude il prelato milanese.


Como non ama ciclisti e pedoni – È ultima tra le città lombarde

Como non ama ciclisti e pedoni – È ultima tra le città lombarde
Verde, piste per le due ruote, zone a traffico limitato: 70° posto in Italia
La Provincia 24 novembre 2008

Como? È nemica dei ciclisti e dei pedoni. Almeno stando alla classifica sulla «pedonalità» e «ciclabilità» dei comuni italiani pubblicata ieri dal «Sole 24 Ore», che riserva alla nostra città un poco onorevole settantesimo posto su 103 capoluoghi. Como si ferma a quota 18 punti (il punteggio massimo è 100) e fa registrare il risultato peggiore tra le città lombarde, insieme a Bergamo. Lontana anni luce da Mantova, che guadagna addirittura la prima posizione a livello nazionale, Como viene superata nettamente anche da Cremona (quinta), Sondrio (13ª), Pavia e Lodi (diciottesime), Brescia (23ª). Davanti a Como figurano pure Milano (52ª), Varese (66ª) e Lecco (68ª) e il dato comasco è anche ben al di sotto della media nazionale (34 punti). L’indice usato per stilare la graduatoria è stato ottenuto considerando alcuni indicatori contenuti nella ricerca «Ecosistema Urbano», effettuata da Legambiente sulla base dei dati 2007 forniti dai Comuni. In particolare, sono stati presi in esame i parametri relativi a isole pedonali, piste ciclabili, zone a traffico limitato e verde urbano fruibile. Per ogni indice è stato assegnato un punteggio, che ha poi avuto un peso diverso nel determinare il risultato complessivo.
Le brutte sorprese per Como arrivano in primo luogo dai metri quadrati di verde a disposizione di ogni abitante: in media sono solo 4,97 e la nostra città si piazza all’ultimo posto in Lombardia (68ª a livello italiano). Pessime notizie anche sul fronte delle piste ciclabili: Como è 65ª (con 1,70 metri a cittadino) e solo nona in regione.

E adesso cosa dirà la gioiosa macchina da guerra della comunicazione di Palazzo Cernezzi? E il mitico Ufficio Biciclette?



“Le classi ponte? Sono inutili” Così spiegano i linguisti.

“Le classi ponte? Sono inutili” Così lo spiegano i linguisti – Scuola
di SALVO INTRAVAIA

I linguisti italiani bocciano le classi-ponte. Attraverso una dettagliata relazione, ben quattro società linguistiche nazionali bollano come “non chiara”, “poco perspicua” e “inefficace” la mozione proposta dal parlamentare della Lega Nord, Roberto Cota, e da altri 26 deputati della maggioranza, sulle classi di “inserimento” per gli alunni stranieri. L’elenco delle critiche al metodo e alle soluzioni proposte dalla mozione-Cota è lunghissimo e non lascia scampo a troppi dubbi. “E’ opportuno – spiegano gli specialisti della materia – che si continui ad immettere i bambini e gli adolescenti non-italofoni nelle classi normali”.

Gli esperti di Sig (Società italiana di glottologia), Sli (Società di linguistica italiana), Aitla (Associazione italiana di linguistica applicata) e Giscel (Gruppo di intervento e studio nel campo dell’educazione linguistica) attraverso un ampio documento smontano pezzo per pezzo quella che a tantissimi sembra un atto di discriminazione nei confronti dei figli degli stranieri. E contro la “discriminazione transitoria positiva”, come la chiamano gli stessi estensori della mozione, chiamano in causa i principi della Costituzione italiana e la Convenzione sui diritti dell’infanzia, emanata nel 1989 dalle Nazioni Unite. Ecco i motivi.

La premessa. Il problema “vero” dovrebbe essere quello dell’inserimento “di bambini e adolescenti non-italofoni nelle classi della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado con l’obiettivo di favorirne la massima integrazione scolastica”. Secondo le Società scientifiche in questione il problema è posto in termini “non chiari e parzialmente fuorvianti nelle premesse della mozione”. Il perché è presto detto. Il documento elaborato da Cota & company parla di “nomadi”, “alunni stranieri”, alunni con cittadinanza non italiana”, “bambini immigrati” (ed altro) come se si trattasse della stessa cosa “oscurando il tratto rilevante che è quello della conoscenza della lingua italiana”.

Tra gli oltre 500 mila alunni stranieri presenti nelle scuole italiane, infatti, almeno un terzo è nel nostro Paese e si esprime perfettamente in italiano. Il provvedimento andrebbe indirizzato agli “alunni non-italofoni” che andrebbero distinti per fasce d’età visto che l’apprendimento della lingua dipende in primo luogo dall’età. Ma non solo: gli esperti criticano anche i dati (tasso di promozione e ripetenza) degli alunni stranieri utilizzati per giustificare le classi-ponte che, secondo i linguisti, “abbisognano di essere scorporati e ricanalizzati”. La censura non risparmia neppure il cuore del problema: il “diverso grado di alfabetizzazione linguistica” che a loro parere riguarda soltanto le “capacità di scrittura e lettura” anziché “la competenza linguistica” a tutto tondo.

Il metodo. Gli esperti disapprovano la mozione-Cota anche nel metodo, che definiscono “incongruente”. Vincolare l’ingresso degli studenti stranieri al superamento di un test viene considerato “inopportuno” perché non si specifica l’obiettivo: “testare la competenza linguistica in italiano o altri tipi di conoscenze”? E in quale lingua andrebbe formulato il Test? Anche la scadenza temporale entro cui superare il test (il 31 dicembre di ogni anno) viene stigmatizzata perché costringerebbe coloro che non superano la prova (o coloro che arrivano in Italia dopo tale data ma hanno le competenze linguistiche richieste) a rimanere in “classi differenziali” per un intero anno. Ma la proposta delle classi-ponte sarebbe, addirittura, “inefficace e inattuabile” in quanto porterebbe alla formazione di classi di “una o due unità”. E cosa c’entrano le indicazioni di un “curricolo formativo essenziale” con temi che riguardano l’Educazione civica con le competenze linguistiche?

Le proposte. Dopo avere ampiamente criticato e motivato le stesse critiche alle classi-ponte, gli esperti indicano al governo la via da seguire per una soluzione razionale del problema. “Il riordino della materia è auspicabile partendo dalle esperienze maturate sul campo, generalizzando le buone pratiche ed eliminando errori ed inefficienze”. Dalle esperienze condotte da diversi lustri in scuole e università italiane “è emerso che l’acquisizione di una L2 (seconda lingua, ndr) è tanto più facile, rapida, completa quanto più giovane è l’età del soggetto apprendente e quanto più piena è l’immersione nella nuova realtà linguistica e culturale”. Occorre, poi, fornire, attraverso corsi di aggiornamento, a tutti gli insegnanti italiani gli adeguati strumenti per affrontare il problema e ricorrere al “sostegno linguistico” (facilitatori linguistici) per alunni e genitori sia in classe sia fuori dall’orario scolastico.

(La Repubblica – 20 novembre 2008)


Castagnata 2008: chi c’è c’è ….

Castagnata 2008: chi c’è c’è ….

Mooolto meno poetiche di quelle scattate dal nostro Presidente, ( vedi post precedente). Più prosaicamente un fermo immagine sulla presenza dell’associazione, in una tiepida giornata d’autunno, tutta da ricordare.
Le foto le trovate qui


GIORNO D’IRA IN SAN FEDELE A COMO

GIORNO D’IRA IN SAN FEDELE A COMO
Progetto Memoria e verità 2008-2009 in ricordo delle vittime di stragi e terrorismo- dedicato alla famiglia Mauri Bosio scomparsa nella strage alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980.

NodoLibri presenta

Giorno d’Ira
Tragedia in un atto infinito

Cantata per voce narrante, soli, coro e strumenti
Testo Gerardo Monizza
Musica Carlotta Ferrari Valcepina
Canzoni Marco Belcastro

Como Basilica di San Fedele
Giovedì 20 novembre 2008 ore 21 [ingresso dalle 20.30]
[prima rappresentazione]

Una produzione Università Popolare Como. Auser
con Associazione Memoriacondivisa Bari e Como

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
patrocinio
Provincia di Como
Comune di Como
Camera di Commercio di Como
e con
Prefettura di Como
Diocesi di Como
e con la collaborazione
Ministero della Pubblica Istruzione Ufficio Provinciale Scolastico

Solisti: Simona Vergani, Ida Di Vita, Gaia Leoni, Mattia Mulé
Strumentisti: Paolo Valcepina [pianoforte], Maurizio Aliffi e Paolo Camporini [chitarre], Anna Camporini [violoncello], Alessandro Pontiggia e Viola Fai [percussioni]
Voce narrante Fabrizio Nocilla

Coro Hildegard von Bingen
Coro giovanile dell’Istituto Teresa Ciceri di Como

Maestri collaboratori al pianoforte: Deborah Chiantella, Sonia Iaconis, Antonello Rizzella

Direttore Tiziana Fumagalli

Regia Gerardo Monizza e Simona Vergani
Movimenti Maria Pia Roncoroni
Assistente alla regia Andrea Monizza

Audio e luci Fernanda Audio Light Service
La scultura Ares è di Lux Bradanini

Hanno collaborato: Doina Dinu Palade, Claudio Fontana, Roberta Pomoni

In collaborazione con Basilica di San Fedele in Como, Autunno Musicale Como, Teatro Sociale Como e IPSAIC Istituto Pugliese per la Storia dell’ Antifascismo dell’Italia Contemporanea

ATTENZIONE. L’ingresso è gratuito ma è necessario prenotare il posto (non numerato) telefonando al numero 031-243113 (fino ad esaurimento dei posti disponibili).

http://www.nodolibri.it

Nodo Snc
Via Volta, 38 – 22100 Como, Italia
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