Tre modi diversi di dare la medesima notizia (o della libertà di espressione)

in|for|ma|zió|ne
s.f.
FO
1a l’informare, l’informarsi e il loro risultato: diritto all’i., libertà di i.

E’ di dominio pubblico, ma curiosamente non commentata, la notizia secondo la quale negli scorsi giorni Espansione TV avrebbe licenziato per giusta causa il giornalista Mauro Migliavada a causa di un post pubblicato sul blog questi. Nel post Migliavada illustra come i tre media di Como (Corriere di Como, La Provincia e Espansione TV) abbiano trattato la medesima notizia, ossia l’iscrizione del sindaco di Como, Stefano Bruni, al registro degli indagati della Procura cittadina per il caso amianto in Ticosa. Il post si intitola MAQUALISONOLENOTIZIE 2?. Invito a leggerlo e, come ha fatto Migliavada, a trarne le proprie, personalissime, impressioni, non fosse altro che il fatto che qualcuno – Migliavada – ha pagato, giustamente o ingiustamente non sta a noi dirlo, un prezzo elevato per averlo scritto.


17.1.2008: riunione allargata direttivo Città Possibile

Giovedì 17 gennaio, alle ore 21,00 si terrà una riunione allargata del Consiglio direttivo di Città Possibile. L’appuntamento è alle ore 21,00 a casa di Beppe Reynaud (Reynaud Arch. Giuseppe, 22038 Tavernerio (CO) – Localita’ Casina, 6: come arrivarci)
All’ordine del giorno:

  1. CALENDARIO INCONTRI CONSIGLIO
  2. BICIAMO, SITUAZIONE E STRATEGIE
  3. FINOVIA, STATO DEI LAVORI E COMUNICAZIONE
  4. ACQUISTO VIDEOPROIETTORE
  5. LAVATOI: SITUAZIONE E STRATEGIE
  6. PVC: SITUAZIONE E STRATEGIE
  7. TESSERAMENTO SOCI; AGGIORNAMENTO ELENCHI.

Questo elenco è stato redatto sulla scorta dei suggerimenti di Danilo, Alberto e Cesara. Sul tema del Parco della Valle del Cosia esiste un documento redatto dal gruppo di lavoro, disponibile all’indirizzo http://docs.google.com/Doc?id=d2qmgkb_5cbrrgbg3.
Due cose:

  • fate girare questa mail a chi pensate sia interessato;
  • date conferma (via email) della vostra presenza.

In 1800 chiedono piste ciclabili. «Non se ne parla»: II

LI SOPRANI DER MONNO VECCHIO

C’era una vorta un Re cche ddar palazzo
Mannò ffora a li popoli st’editto:
“Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo,
Sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto.

Io fo ddritto lo storto e storto er dritto:
Pòzzo vénneve a ttutti a un tant’er mazzo:
Io, si vve fo impiccà, nun ve strapazzo,
Ché la vita e la robba Io ve l’affitto.

Chi abbita a sto monno senza er titolo
O dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore,
Quello nun pò avé mmai vosce in capitolo.”

Co st’editto annò er boja pe ccuriero,
Interroganno tutti in zur tenore;
E arisposeno tutti: È vvero, è vvero.

Giuseppe Gioachino Belli, 21 gennaio 1832


Petizione per un dormitorio permanente a Como

Città Possibile ha sottoscritto una lettera aperta indirizzata alle autorità locali perché venga messa a disposizione una struttura – pubblica o privata – quale dormitorio pubblico totalmente gratuito, aperto tutto l’anno 24 ore su 24 e che, con la presenza di adeguate figure professionali, offra spazi e tempi di socializzazione e favorisca percorsi di inclusione sociale delle persone più emarginate. La lettera è firmata da: Arci Provinciale Como, Associazione Il Sole, Associazione Incontri, Associazione Incroci, Associazione In Viaggio, Associazione La Città Possibile – Como, Associazione L’isola che c’è, Associazione Mani Aperte, Auser, Circolo W. Brandt, Circolo Culturale L. Fumagalli, Club Bertolt Brecht, Cooperativa Questa Generazione, Coordinamento Comasco per la Pace, I Bambini di Ornella, Opera don Guanella, Punto Einaudi Como, Senato delle Donne, Società di San Vincenzo de Paoli – Consiglio Centrale di Como.

La morte per assideramento di un nostro concittadino senza tetto ha provocato in noi tutti commozione e motivo di riflessione sulle opportunità abitative che la città offre a chi è senza dimora. Quanto è accaduto mostra crudamente una città piena di risorse che tuttavia non investe abbastanza per tutelare e realizzare i diritti umani, riconosciuti anche dall’ONU, dall’Unione Europea (Carta Europea dei Diritti Umani nella Città, Art. 16 – diritto all’alloggio: “…le autorità comunali verificano che esista un’offerta adeguata di alloggi e impianti… tali impianti devono comprendere delle strutture di accoglienza in grado di garantire la sicurezza e la dignità dei senza
tetto”) e dalla stessa Costituzione Italiana. All’arrivo della stagione fredda le persone prive di stabile dimora corrono seri rischi per la propria salute. Non è un caso che in quest’ultima settimana alla Mensa Serale siano state richieste 25 coperte da parte di chi ha per tetto solo il cielo. Eppure già dal settembre 2006 era stata presentata una petizione agli amministratori comunali e una proposta di delibera provinciale per la realizzazione di un dormitorio pubblico aperto tutto l’anno, sostenuta dalle firme di 734 cittadini residenti in Como e 1174 nella provincia.
In particolare, la proposta di delibera è stata approvata all’unanimità dal consiglio provinciale in data 11 aprile 2007. Riteniamo doveroso da parte degli Amministratori garantire sempre e comunque i requisiti minimi del vivere civile, a prescindere dalle condizioni climatiche. Finora, in proposito, poco è stato realizzato per garantire pieni diritti umani anche alle aree del disagio a Como.
Di fronte a un problema vitale come questo, che coinvolge gruppi di persone che vivono nella nostra città, occorre dunque prendere misure idonee: prevedere congrue voci di bilancio a ciò dedicate e adottare nell’immediato provvedimenti urgenti.
Che cosa chiediamo: che venga messa a disposizione una struttura – pubblica o privata – quale dormitorio pubblico totalmente gratuito, aperto tutto l’anno 24 ore su 24 e che, con la presenza di adeguate figure professionali, offra spazi e tempi di socializzazione e favorisca percorsi di inclusione sociale delle persone più emarginate. Le associazioni che sottoscrivono questa lettera – alle cui finalità hanno aderito anche privati cittadini – confermano il loro impegno e la loro disponibilità a collaborare, fermo restando le primarie responsabilità di chi amministra.

Il testo della lettera (pdf)



Il barbone e l’assessore

Il barbone e l’assessore

Notizia dell’altra mattina, dai titoli disparati: dal perbenista “Muore di freddo accanto al Tribunale” al più corretto “Viveva in strada: ucciso dal gelo“. Intervistato, l’assessore ai Servizi Sociali, Paolo Mascetti, si appella ai sentimenti (altrui), autoassolvendosi: “ Di fronte a certe tragedie, pur sapendo di aver fatto tutto il possibile per evitarle, viene naturale chiedersi se non si sarebbe potuto fare di più e salvare una vita”. La risposta è scontata: parliamo di persone che rifiutano ogni possibile aiuto concreto, sottolinea l’assessore. Insomma: problemi loro, tanto più che i lettori si limiteranno a un “poveretto” (nel senso del barbone). Perché tutto questo? Perché la politica ha come interlocutore la stampa, perché il dormitorio ha aperto (soltanto) ieri, 20 novembre 2007 (minima prevista + 3, massima + 9), perché i barboni continueranno a vivere e morire in questa città. “Proprio il freddo previsto per questa settimana ci aveva indotto ad anticipare i tempi di apertura”, puntualizza a proprio merito l’assessore. E fino a oggi? Non sembra che ci fossero temperature estive. Forse gli amministratori dovrebbero provare la ^Notte dei senza dimora^, lavarsi in un bagno pubblico e affrontare, privi della corazza della normalità, una giornata di violenza e sofferenze. C’è un città ignorata, quella dei barboni, c’è una città forse indifferente, quella dei lettori, e c’è un città, quella degli amministratori, ignorante nella più profonda accezione dell’etimo (che non conosce, che non sa). Le somme per la tv al plasma richiesta dal sindaco per il suo ufficio e per le passatoie del segretario generale non risolvono il problema dei barboni, ma sono l’abito mentale necessario per progettare di spostare il dormitorio fuori città, quasi che esista un ^altro dove^ che possa più correttamente contenere, anche fisicamente, il disagio sociale. Strana cosa, il disagio: nella lingua italiana esprime tanto la mancanza di ciò che è necessario, quanto il senso di imbarazzo. Ce n’è per tutti, verrebbe da dire. La soluzione è a portata di mano: decentrare, esternalizzare, confinare. “C’è, lontano dalla città, un bosco nero di lecci, nei luoghi della fonte di Dirce […]. Squallida ai suoi piedi, ignara della luce del sole, ristagna un’acqua eternamente gelata; una palude limacciosa circonda la pigra fonte […] Il luogo ci offre l’oscurità della notte”. Qui, come il sacerdote anziano nell’Oedipus di Seneca, non avremo esitazioni: scaveremo la terra e vi getteremo sopra fuochi strappati ai roghi, trascineremo neri capretti e buoi nella grotta, le vittime vive tremeranno in quel fuoco luttuoso. Erigeremo il dormitorio come un sacrificio, necessario quanto incomprensibile, delle risorse comunali e poi, probabilmente, doteremo i barboni di biglietti per il bus a prezzo calmierato. O forse li raccatteremo verso le otto di sera, in modo che i locali chic possano aprire senza problemi. Tempo fa pubblicai un pezzo dal titolo ^Povertà vecchie e nuove^. Parlava anche di Como. Tempo sprecato.

Pubblicato su La Provincia, il 22 novembre 2007, con il titolo ^La politica ignora il disagio^


30 NOVEMBRE 2007: CENA DI CITTA’ POSSIBILE

Cesara Pavone sta raccogliendo adesioni per la cena di Città Possibile, prevista per il 30 novembre prossimo. In base al numero delle adesioni sceglieremo il posto: l’idea, per ora, è quella della Darsena di Viale Geno, ma nulla vieta una soluzione diversa a seconda del numero dei presenti. La quota per partecipante dovrebbe essere contenuta in 30 euro. Senza nessun impegno, Vi invitiamo a darci un’indicazione di massima, anche se solo interessati alla cosa. In programma, oltre alla cena vera e propria, dovremmo avere le consuete iniziative di contorno: dia, proiezioni, ecc. Siamo convinti che almeno una volta in un anno sia bello ritrovarsi di persona: per questo contiamo sulla Vostra presenza.

CI SONO (FORSE)!
per segnalare la Vostra presenza (o anche solo per dire che, insomma, ci state pensando) scrivete a “Cesara Pavone” <cesara.pavone@gmail.com>.


20.10.07: la notte dei senza dimora

L’appuntamento è per il 20 ottobre 2007, quando si svolgerà a Como la quarta edizione della “Notte dei Senza Dimora”. L’intento della manifestazione è quello di sensibilizzare il maggior numero di persone possibile sulla realtà spesso poco visibile di chi vive la strada. L’iniziativa – proposta in corrispondenza del 17 ottobre, data indicata dall’Onu per celebrare la “Giornata mondiale di lotta alla povertà” – nasce nell’ottobre del 2000 a Milano, da un’idea dei giornali di trada “Terre di mezzo” e “Scarp de’ tenis”. Per approfondire



Parole, parole, parole

Nella sezione ^Stampa^ del sito di Città Possibile trovate due lettere e un articolo di rappresentanti della Città Possibile sulle tematiche che hanno tenuto banco in questi giorni sulle pagine de La Provincia: biciclette e tutela ambientale del lago. Firmano Alberto Bracchi e Marco Castiglioni. Trovate tutto alla pagina Stampa. Nessun dorma.