Ghiaccio sulla scuola, Como inclusa.

Ghiaccio sulla scuola, Como inclusa.

Non so se Brezzadilago ha scritto Ghiaccio pensando alla mozione, proposta dalla Lega Lombarda ed inserita nel maxiemendamento presentato dal Governo, interamente sostitutivo del disegno di legge di conversione del Decreto legge 1° settembre 2008, n. 137, riguardante l’istituzione, per la scuola dell’obbligo, di classi di inserimento per gli stranieri che non parlano o parlano poco la lingua italiana, di fatto delle classi separate, mozione passata con 265 sì e 246 no.

Non lo so, ma leggendo le notizie riguardanti questa riforma ho provato la stessa sensazione di ghiaccio che la blogger comasca evoca nella sua poesia. Il ghiaccio non si è sciolto, purtroppo, neppure leggendo la “riflessione” scritta da Adria Bartolich e pubblicata dal nuovo quotidiano L’Ordine perché, come non raggelarsi, quando ci dice, quasi a dimostrazione che le classi separate esistono già, che gli alunni stranieri, sarebbero concentrati su tutto il territorio nazionale, in meno di 50 istituti, e che, a Como, la scuola media Parini, ha scelto di concentrare gli stranieri in un corso solo. Alcune sue considerazioni poi, mi hanno ulteriormente gelato, questa, forse più di tutte:

Il modello “tutti gli uguali insieme” nella storia dell’umanità è stato quello più praticato. Ad esso viene spesso contrapposto l’altro, che nella sua ultima declinazione trendy è “la ricchezza delle differenza”. I primo individua chiunque sia al suo esterno come un nemico, il secondo si trasforma in una rissa permanente al suo interno.

Senza speranza, senza scampo, senza scelta, la separazione o la rissa permanente come dato ineludibile, quando invece ci sono esempi virtuosi come documentato da questo post su Affaritaliani.it.


18 ottobre 2008: notte dei senza dimora

18 ottobre 2008: notte dei senza dimora

A Porta Torre (Como), dalle ore 10.00 fino alla notte, come in molte piazze d’Italia, Sabato 18 ottobre 2008 si dorme per terra. Un gesto fortemente simbolico per avvicinare le persone più in difficoltà e portare su di loro l’attenzione di tutti. L’iniziativa della “Notte” viene proposta in riferimento alla “Giornata mondiale di lotta alla povertà” indetta dall’ONU per il 17 ottobre e nasce nell’ottobre del 2000 a Milano su iniziativa dei giornali di strada “Terre di mezzo” e “Scarp de’ tenis”. Dal 2004 viene organizzata anche nel cuore di Como e rappresenta un forte momento in cui proporre un’iniziativa di promozione sociale e di solidarietà. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comune di Como, assessorato Servizi Sociali e si avvale della collaborazione di Avc-Csv, Associazione del volontariato comasco, Centro servizi per il volontariato.

Programma

Dalle ore 10.00 al Teatro Lucernetta – Un momento di confronto: conferenza per “Open Space – guida ai servizi di accoglienza per le persone in stato di bisogno” realizzata da inMensaMente (coordinamento delle mense di Como, Erba e Cantù). Intervengono: padre Giuseppe Turati che presenterà la realtà delle mense per i poveri nel nostro territorio e illustrerà scopi e vantaggi per operatori e utenti della nuova guida “Open Space” – Rosangela Pifferi racconterà la sua esperienza nei servizi di accoglienza – Massimo Cremonini porterà la sua testimonianza come volontario all’Opera S. Vincenzo di Terni. Il dibattito sarà moderato da Linda Bellunato, volontaria “di lungo corso” a Terre di Mezzo. Rinfresco preparato da Enaip.

Dalle ore 15.30 a Porta Torre – Un momento di informazione e di animazione: Le associazioni della città che si occupano di emarginazione sono presenti con i loro volontari.

Concerto Note senza dimora – Musiche e arti di strada

15.30 Como Lake Rovers (folk band)

16.15 Spettacolo di magia, giocoleria e arte varia del Mago Barnaba

17.15 La banda del villaggio solidale

18.33 (ora del tramonto) Giocoleria di “Lune al Tempio”

Dalle ore 21.00 al Teatro Lucernetta – Un momento di divertimento: proiezione del film Il Ciclone di Leonardo Pieraccioni. Rinfresco preparato da Garabombo

Notte sotto i portici – Un momento di condivisione: dopo il cinema, ognuno con il suo sacco a pelo, ci si sposta sotto i portici del liceo Volta per trascorrere la notte all’aperto.

Info

  • Associazione Incroci Onlus, Via Tommaso Grossi, 20 – Como – Davide Ciucci, tel. 328.2194211



I baldi puliziotti di Ponzate ….

I baldi puliziotti di Ponzate ….

Se il buongiorno si vede dal mattino…

Questi baldi puliziotti fanno ben sperare sull’esito del progetto di recupero del Lavatoio di Ponzate. Perchè, dopo una serata d’incontro, organizzata dal nostro capogruppo Beppe Reynaud, tra un folto numero di abitanti della frazione ed alcuni di noi de La città possibile, giovedì 2 ottobre presso il centro Civico di Ponzate, finalizzata a presentare l’intenzione del Comune di Tavernerio di procedere al recupero conservativo del loro lavatoio, subito si è formato un gruppo di “puliziotti” che sabato 4 ottobre senza indugi, con ramazza, badile e falcetto ha dato inizio ad una prima pulizia degli spazi, sotto incuria, del lavatoio.Il gruppo si ritroverà sabato prossimo, 11 ottobre, ma ecco quanto, dalle parole del “capo”:
l’appuntamento è per sabato mattina sempre al lavatoio per caricare il materiale e la terra sul bremach messo a disposizione da Massimiliano (Bernasconi scavi)
poi scendiamo a pulire il ponticello di via Verdi e magari riusciamo già a fare il rilievo tacheometrico
beppe

Come di dice:
“chi ben comincia è a metà dell’opera!”
in realtà il lavoro è appena all’inizio, ma le premesse sono ottime!
Sono gradite nuove adesioni!


Lavatoio di Ponzate – lavatoio apripista?

Lavatoio di Ponzate – lavatoio apripista?

A Ponzate, a Ponzate!

A giugno, il Vice Presidente della circoscrizione di Civiglio ha contattato la nostra associazione per un incontro in merito ad una nostra eventuale collaborazione al recupero-restauro del loro lavatoio e, les jeunes filles del gruppo lavatoi, sono state ben contente di proporre al Presidente della Circoscrizione un articolato progetto di riqualificazione dell’edificio….

Purtroppo a tutt’oggi non ci è ancora pervenuta alcuna risposta ma, a sollevarci il morale, è giunta, inaspettata, la proposta del Comune di Tavernerio, materializzatasi nella persona di Beppe Reynaud (al quale inizialmente quell’amministrazione aveva chiesto se fosse disponibile a curarne il restauro), di elaborare un progetto di riqualificazione del lavatoio di Ponzate e del suo immediato ambito.

Per la prima volta nella sua storia, Città Possibile, si cimenterà in una progettazione partecipata avente come oggetto, non il cortile di una scuola, non una strada trafficata ma un edificio che per storia e funzione è interessante sia sotto il profilo antropologico che architettonico.
Partiremo quindi, in attesa di qualche segnale da Como, da Ponzate , un comune col quale a dire il vero siamo già abituati a collaborare (vedi iniziative inerenti il Parco Valle del Cosia).

Avevamo pensato che il nostro “lavatoio apripista” potesse essere quello di Civiglio – è posto in un luogo delizioso ed è un lavatoio di carattere- ma non disperiamo che possa seguire a ruota quello di Ponzate, soprattutto se faremo un buon lavoro!


Adieu moronera… requiem per un bosco?

Da Produzionidalbasso

Una delle risorse italiane piu’ invidiate all’estero e’ il paesaggio. Nei prossimi anni forse ci invidieranno solo le cartoline. Le nostre aree verdi, infatti, saranno ridotte a poche aiuole ben “pettinate”. Prendiamo, ad esempio, il Bosco della Moronera, tra Lomazzo e Turate, in provincia di Como. E’ un ambiente naturale scarsamente addomesticato: non ospita piste ciclabili, non ci si portano i cani a passeggio ed è forse anche per questo che un falco pellegrino l’ha preferito ad altri boschi piu’ umanizzati. Fategli una foto finche’ siete in tempo. Questa piccola “Amazzonia della Bassa Brianza” sara’ cancellata dalle carte geografiche per fare spazio allo svincolo tra l’Autolaghi e la Pedemontana (che potrebbe essere spostata 300 m. piu’ a sud…). Vista dal satellite: http://wikimapia.org/3548596/it/. E’ un polmone verde con scarsa visibilità e gli interessi economici sono tutti allineati per la sua eliminazione. Chi vuole salvarlo o almeno conoscerlo meglio può solo impegnarsi in prima persona, ricorrendo alla ‘produzione dal basso’…

Risorse: Adieu Moronera, requiem per un bosco


Miniartextil a Como

Ci sono grandi piccolissime mostre e piccole grandissime mostre. Le prime sono spesso espressione di qualche io smisurato, le seconde il tentativo di rendere quantomeno percepibile l’invisibile di Antoine de Saint-Exupéry. In queste ultime si colloca Miniartextil, aperta ieri nell’ex chiesa di san Fancesco a Como, con una straordinaria prosecuzione al Broletto. Uno spazio di assoluta riflessione, di sospensione dalle miserie dello spettacolo quotidiano di una città in cui la richiesta di bellezza viene percepita come critica allo stato dello cose. Il piazzale di San Francesco era ieri occupato sino all’inverosimile da automobili e furgoni. Nemmeno volendolo si sarebbe riusciti a dare maggiore concretezza all’indifferenza in cui opera Miniartextil a Como.

Miniartextil
Como, 27 settembre 2008 – 16 novembre 2008
Chiesa di San Francesco / Palazzo del Broletto
www.miniartextil.it

Foto: http://portfolio59.blogspot.com/2008/09/miniartextil.html


Vecchio Sant’Anna, la beffa

Vecchio Sant’Anna, la beffa. Solo il 10% resta pubblico. Una quota del 40% destinato ai servizi andrà alle banche e ai privati. Infrastrutture Lombarde: «Il tempo passa, la variante va approvata»
La Provincia del 25 settembre 2008

Ed ecco la notizia che tutti conoscevamo da tempo ma che, sacralizzata dalla stampa (o almeno da una parte di questa), diventa di dominio pubblico. Ossia che a breve il S. Anna come lo conosciamo non esisterà più: al suo posto una piccola città da 1.200 abitanti, alberghi, negozi, con il suo autosilo (pagato da noi), le sue banche e le sue scuole private. Lo sapevamo, l’avevamo paventato. Ciò nonostante, la notizia ^ci fa male^ lo stesso. Ci eravamo assuefatti al ^metodo S. Anna^: le notizie che faticosamente filtrano attraverso gli organi di stampa, l’ostinato mutismo delle istituzioni, l’arroganza di chi tiene le redini dell’operazione dietro il paravento dell’istituzionalità, i rovesciamenti degli accordi presi, le destinazioni pubbliche sempre meno pubbliche e, guarda caso, oggi minacciosamente ostative al buon esito dell’operazione, le cittadelle sanitarie promesse e poi scomparse. Ma a richiamarci alla realtà è la notizia che praticamente tutto il comparto oggi occupato dall’Ospedale sarà ceduto, salvo una misero 10% per ambulatori. Le quotidiane rassicurazioni circa la cura nel definire la collocazione dei 300.000 metri cubi rispetto ai bisogni del quartiere, suonano false prima che stonate. False perché la progettazione dell’area non è improntata su cosa ha bisogno la città, ma su cosa ha bisogno Infrastrutture Lombarde, la società incaricata dalla Regione Lombardia di valorizzare e vendere il comparto. Stonate, perché la riconversione dell’area dell’ospedale ha effetti su tutta la città e non sul solo quartiere di Camerlata. Ma che la navigazione a vista in urbanistica sia la regola per taluni amministratori è cosa nota, quando non un vanto aperto. Fedele all’assunto secondo cui la grande programmazione si fa anzitutto trattando, chi occupa i ponti di comando opera ignorando le parole di Martinotti, secondo cui sono proprio i progetti di pezzi di città indifferenti al resto del territorio, che si auto definiscono concretissimi, a rivelarsi inattuabili e ingestibili, mentre concreti si rivelano, a distanza, i progetti il cui presupposto imprescindibile è l’appartenenza ad una visione alta e aperta dell’essere comunità. La partita del S. Anna sta per chiudersi: l’aver politicizzato la discussione (destra pro nuovo ospedale a S. Fermo, sinistra pro ristrutturazione a Como) ha avuto l’effetto di troncarla, allontanando chi non riconosceva le premesse per una corretta decisione nell’appartenenza all’uno o all’altro schieramento. Se non possiamo più sperare di ribaltare il risultato, possiamo almeno cercare di chiudere con un punteggio dignitoso, pianificando correttamente il destino del S. Anna secondo le esigenze della città, e non di chi è incaricato di venderlo. Altrimenti vale davvero la pena, come qualcuno ha suggerito, cercare di ricomprarselo.


Assemblea Città Possibile 2008

Sala della circoscrizione di Albate, 3 ottobre 2008, h. 20:30 prima convocazione, h. 21:00 seconda convocazione.

Odg:

  1. discussione ed approvazione bilancio 2007;
  2. relazione del Presidente sullo stato della associazione e proposte;
  3. relazione da parte di un membro della associazione in riferimento alle iniziative in atto ( PVC, VAS Sant’Anna, Lavatoi, Biciamo, ecc);
  4. proposta per nuove forme di tesseramento;
  5. varie/eventuali

Documenti: verbale definitivo assemblea


Como: una città triste a misura di traffico

Como: una città triste a misura di traffico

Una città triste a misura di traffico. Biciclette e gioco non trovano spazio

La Provincia del 22 settembre 2008

Una città triste a misura di traffico. Biciclette e gioco non trovano spazio. Oratori esclusi, ecco l’identikit di chi vive bene a Como: maschi, adulti e motorizzati. A Como che va in bicicletta non ha vita facile

Como non sa dare uno spazio ai ragazzi per giocare a pallone. È l’impietosa analisi di qualche giovane parroco della città, confermata dall’assessore alle Politiche giovanili, il leghista Maurizio Faverio, che ammette: «Se scomparissero gli oratori non resterebbe granché ai ragazzi». Il tema è quanto mai attuale, visto il recente episodio accaduto in piazza Cacciatori delle Alpi: tre studenti del Liceo Gallio multati sabato dai vigili perché tiravano calci a un pallone. Ma questo è il risultato di una città fatta a misura di traffico. E non è un caso se dal Politecnico è stato pubblicato l’esito di uno studio che mostra quanto e come le strade cittadine siano pericolose per chi va in bici. Lorenzo Spallino, ideatore e presidente dell’associazione Città Possibile Como, di fronte a questa invivibilità, esprime un sintetico ma chiaro commento: «Dal punto di vista politico c’è ben poca attenzione verso tutto ciò che non è il cittadino maschio, adulto e motorizzato».