Basta torri e grattacieli, meglio pensare al turismo. E al lago finalmente pulito
Fioriscono le proposte (verticali) in vista dell’Expo a Como. E Città Possibile lancia la sua proposta (orizzontale).
Fioriscono le proposte perché in vista dell’Expo 2015 Como “si alzi sui pedali e punti a un traguardo di assoluta eccellenza“. Al tempo stesso, si ammonisce, nessun obiettivo sarà raggiunto se verrà lasciato spazio al Partito del No. Contagiati da questo ribollire di progettualità anche noi, come il Marinetti amante della velocità che estratto dal fossato per aver evitato due ciclisti è un uomo nuovo, vorremmo cambiare registro e iscriverci, senza indugi, al Partito del Sì. Perché se esiste un Partito del No, immaginiamo esista anche il suo contrario che per forza di cose deve essere quello che nell’ordine ha proposto: eliminare la stazione Nord a lago, realizzare al suo posto un grattacielo, collocare una piramide in piazza Cavour, togliere la fontana di Cattaneo e Radice da Camerlata per riposizionarla sempre a piazza Cavour. I fautori del Sì hanno le loro buone ragioni a temere che la festa dell’Expo possa essere guastata dai seguaci del No. Non vanno infatti dimenticate, tra le vittorie di questi, il no al Piano Regolatore da 1.000.000 di abitanti, il no alla cementificazione della Spina Verde, il no ad una Città Murata dove si poteva abbattere qualunque cosa si trovasse a più di venti metri dal Duomo, il no all’interramento del primo bacino fino alla diga foranea, pensato negli anni Sessanta per realizzare un grande parcheggio a raso. Accanto a questi esempi di No illustri, esistono No di cui ci si dimentica volentieri: come il No alla chiusura del centro storico al traffico, oggi inimmaginabile. Insomma: la realtà è sempre più complessa di quello che sembra e non basta creare un fronte avverso per dar ragione al proprio. Tuttavia, per non essere costretta – come affermava Brecht – a sedersi dalla parte del torto, visto che è probabile che a breve tutti gli altri posti saranno occupati, Città Possibile vorrebbe iscriversi al Partito del Sì. Avremmo anche una proposta. Orizzontale invece di verticale. Niente grattacieli, torri campanarie, funivie o piramidi varie, ma rendere balneabile il primo bacino. Con l’ovvia conseguenza di ripensare il rapporto con un lago che si chiama “di Como” ma che i comaschi usano poco. Accessi, scali, società sportive, noleggi, turismo, tutto da ridisegnare in vista di un utilizzo abituale, di un saldatura definitiva con un elemento, l’acqua, che ci viene descritto in negativo e da cui sembra non resti che difendersi interrando, erigendo, palificando, in un delirio operativo da cittadina olandese. Insomma, ci piacerebbe assomigliare a Perth, dove un giro in barca nella pausa pranzo o un bagno con i bambini la domenica pomeriggio non sono operazioni complesse che necessitano iscrizioni a club, tempo passato al telefono a verificare orari e disponibilità delle piscine pubbliche, con inevitabili pellegrinaggi finali verso la vicina Svizzera. La sfida dell’Expo è complessa come tutti i problemi umani, i quali presentano sempre una soluzione semplice. Come diceva Mencken, semplice, plausibile e generalmente sbagliata.
Lorenzo Spallino
Pubblicato su La Provincia del 17 maggio 2008
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