1 novembre 2007: tutto il giorno alla radura del ponte dei Bottini la festa per il Parco della Valle del Cosia con: polenta e stracchino, caldarroste, vin brule’, musica e… vi aspettiamo! La radura del ponte si trova lungo la “linea del tram” accessibile da Camnago Volta o da Solzago. Si raccomandano scarpe grosse e … Per approfondire
Cara Provincia, il Sig. Curtoni, nel pezzo di domenica 13, ha espresso perfettamente lo stato d’animo che provo anch’io quando incontro un SUV, una sorta di odio. Voglio tentare però di incanalare il sentimento di odio in una, seppur breve, analisi del problema, dato che da anni mi occupo di moderazione del traffico, di ciclabilità, di qualità urbana, di accessibilità della città e di difesa degli utenti deboli. Perché di un problema serio si tratta e come tale va affrontato. Nei giorni scorsi ho provato a contare ripetutamente, nei percorsi principali che frequento, 100 auto, ho provato e riprovato: la percentuale di Suv si attesta tra il 10 e il 15%. I dati di crescita poi delle vendite parlano di un 30% in più nell’anno in corso (Nota bene: prezzi correnti dai 35 mila euro in su). Se andiamo avanti così la città sarà davvero invasa dagli ippopotami (fossero quelli veri …). Cerco di analizzare i termini del problema. Primo aspetto: i SUV consumano e inquinano di più di un’auto normale, è risaputo, e l’aria non è certo respirabile di questi ultimi tempi. Ma l’aspetto che ritengo forse più importante però è l’occupazione di spazio. Curtoni ha descritto in modo arguto alcune situazioni tipiche, le mamme che parcheggiano sui marciapiedi fuori dalle scuole, gli intasamenti selvaggi in cui i SUV sono spesso i protagonisti ecc. Voglio ricordare un dato: lo spazio occupato da un’auto (normale) in movimento, fra spazio di sosta e spazi di manovra, è pari a 60 mq. Dello spazio rubato dalle auto ci stiamo accorgendo ormai da tempo, ed è inutile dire che non facciamo abbastanza per arginare il fenomeno (salvo promuovere l’uso della bicicletta come stiamo facendo con la campagna BICIAMO). Ma l’arrogante presenza dei SUV sta facendo superare il limite. La dimensione di queste auto pone poi un problema di sicurezza, riducendo la visibilità quando sono in sosta e incrementando notevolmente il rapporto di forza fra l’utente motorizzato e l’utente debole, pedone o ciclista o bambino: essere investiti da un SUV, anche a 30 km/h, provoca sicuramente danni più seri che essere investiti da un’auto normale. In sintesi: queste auto maggiorate, gonfie e nere, (e decisamente superflue) pongono un serio problema di sottrazione di spazio, di inquinamento dell’aria e visivo, di sicurezza. E’ doveroso arginare il fenomeno, quindi veniamo alle possibili proposte: o si fa leva sull’imposizione fiscale per disincentivarne la diffusione, come già il governo aveva tentato con la Finanziaria 2007 (provvedimento poi ritirato), o si pongono dei limiti alla circolazione e alla sosta in città (come ha fatto il Comune di Firenze).Sceglierei questa seconda ipotesi, ovvero: limitare la circolazione dei SUV alle strade di grande scorrimento, vietando altresì le Zone a traffico limitato, le strade residenziali, il centro storico, le strade di quartiere, limitare la sosta ai parcheggi in sede propria vietando la sosta in linea su strada (per la citata questione di riduzione della visibilità per i pedoni). Misure troppo drastiche? Forse. Ma del SUV nelle nostre città si può fare tranquillamente a meno.
Alberto Bracchi
Pubblicato su La Provincia del 18 ottobre 2007
✒ Risponde Angelo Curtoni
Gentile signor Bracchi, mi pare che lei dica analiticamente tutto quello che io, nel mio spazio limitato, ho cercato di scrivere fra le righe. Sono d’accordo per le misure drastiche (anche se si possono calcolare le eccezioni per il trasporto di famiglie numerose), che saranno drastiche ma sono anche necessarie se si vuol tenere sotto controllo un traffico cittadino che sta avviandosi al caos e all’immobilità. La ringrazio per l’intervento. Mi commenti pure quando vuole, sarà sempre bene accetto.
L’appuntamento è per il 20 ottobre 2007, quando si svolgerà a Como la quarta edizione della “Notte dei Senza Dimora”. L’intento della manifestazione è quello di sensibilizzare il maggior numero di persone possibile sulla realtà spesso poco visibile di chi vive la strada. L’iniziativa – proposta in corrispondenza del 17 ottobre, data indicata dall’Onu per celebrare la “Giornata mondiale di lotta alla povertà” – nasce nell’ottobre del 2000 a Milano, da un’idea dei giornali di trada “Terre di mezzo” e “Scarp de’ tenis”. Per approfondire