In quanti modi è possibile declinare l’espressione ^blog^? La definizione di diario on line è ormai datata e certamente insufficiente a raccogliere, in un unico contenitore, forme ed espressioni tra loro distanti. Mentre lasciano francamente indifferenti i contenitori intimistici, dai toni del tutto autoreferenziali, suscitano invece interesse le iniziative di denuncia e riflessione sociale. In una città ai bordi dell’Impero come Como, non può non far notizia un blog come Vivere a Como, fin troppo ricco di spunti e riflessioni su questa città. Non spetta a noi ^certificare^ la bontà di quello che si scrive sul blog in questione, anche perchè le voci sono tra loro diversissime per registri e contenuti: quello che ci preme è invece accogliere l’appello lanciato dal suo curatore, che ha denunciato in un recente post i tentativi di chiusura subiti o le indagini per capire chi si nasconda dietro allo psuedonimo di ^Sir Percy Blakeney^. Città Possibile ben conosce le prodezze di chi, investito di ruoli di responsabilità istituzionale, si sente in dovere di far sapere, per interposta persona, di non gradire commenti al proprio operato minacciando ricadute sul lato delle collaborazioni in atto: per questo appoggia, senza riserve, l’appello di Vivere a Como, convinta che iniziative di confronto pubblico, lontane dalle attuali strategie comunicative istituzionali (ammesso che ce ne siano), non possano che far del bene a questa città.
MOBILITÀ URBANA / LE ULTIME SCOPERTE. Ingorgo al computer. Come si rendono più intelligenti le dinamiche del traffico? E’ quello che studia la Fisica delle Città. Una nuova scienza che ci riguarda tutti.
Interessante articolo su L’espresso.it, la cui parte finale è quella che più interessa i temi della Città Possibile. Che le dinamiche del traffico non possano essere assimilate a quelle dei fluidi è cosa – almeno per alcuni – nota. Non per i nostri amministratori, che ancora ragionano come se chiudendo una strada, il traffico necessariamente si debba riversare in quelle laterali, occludendole. La cosa è nota e dimostrata almeno dal 1957, in occasione delle manifestazioni di opposizione all’ampliamento di Washington Square (New York , 1957). Riassumo per gli assessori competenti: nel 1957 i residenti di Washington Square – una piazza in Greenwich Village -, si opposero, su iniziative di due “massaie”,al progetto di allargamento della strada che attraversava il parco per raggiungere la piazza. Gli amministratori locali non soltanto vennero costretti a rinunciare al progetto di R. Moses, “lo sventratore di New York”, ma furono obbligati a chiudere del tutto la strada, anche su suggerimento dello stesso Moses che confidava nel caos che ne sarebbederivato. Anche in questo caso, successe il contrario di quanto paventato:il traffico diminuì non soltanto attorno a Washington Square, ma su tutta la Quinta Avenue. Il caso citato non è il solo: nel novembre del 1962 una coalizione di cittadini ottenne dall’amministrazione comunale la chiusura al traffico della via principale di Copenhagen, via Stroget; quattro mesi più tardi furono i commercianti a impedire che la via venisse riaperta alle auto. Con grande stupore dei trafficisti, la chiusura non comportò la saturazione delle vie secondarie, confermando la teoria – allorarivoluzionaria – cheper diminuire gli imbottigliamenti non è necessario realizzare nuove arterie, quanto chiuderne alcune.
Riflessioni, briciole di appunti, per gli assessori comaschi, che dovrebbero chiedersi per quale motivo i cittadini dovrebbero utilizzare la fantomatica ferrotramvia se ancora si progettano parcheggi sublacuali e neanche un posto auto viene tolto a CSU, la società controllata cui è affidata – per contratto – la gestione delle aree di sosta e degli autosili di proprietà comunale, almeno fino al 31.12.2013.